Titolo: La Sirena Meccanica
Autrice: Giada Bafanelli
Serie: //
Disponibile: in italiano!
Trama: "Da quel che ricorda, Nym ha sempre vissuto nelle profondità del mare, metà ragazza e metà cyborg. Ma quando la sua memoria riaffiora, inizia a farsi delle domande. L’oceano è una distesa calma e blu che conosce alla perfezione, ma cosa c’è oltre?
Quando salva un marinaio dopo il naufragio di un’aeronave,
il desiderio di vivere in superficie si fa di giorno in giorno più forte. Ma il
mondo al di là delle onde è cupo e spietato, e non c’è spazio per chi è
diverso.
Ispirato alla favola “La sirenetta” di Hans Christian
Andersen, “La sirena meccanica” unisce sentimenti e avventura."
Da bambina, uno dei primissimi libri che ho ricevuto in dono – forse il primo in assoluto, per non dire l’unico – portava la firma del grande compositore di fiabe danese Hans Christian Andersen. Si trattava di una splendida versione illustrata, rilegata e dalla copertina blu acceso, che racchiudeva al suo interno la maggior parte delle fiabe scritte dall’autore di alcune delle più celebri storie per l’infanzia di tutti i tempi.
A sette, otto anni, ho iniziato a sviluppare un rapporto particolare
con quel volume: da una parte lo adoravo e lo veneravo, amando la sensazione
speciale delle pagine che scorrevano sotto le dita e quel piccolo, delizioso
brivido di meraviglia e inquietudine che mi percorreva la spina dorsale ogni
volta che sceglievo una storia dall’indice e mi accingevo a leggerla;
dall’altra ne ero un po’ intimorita, quasi “spaventata”, perché se c’è una cosa
che sono riuscita a capire sorprendentemente in fretta, è che Andersen era davvero un tipo strano (come la stragrande
maggioranza degli scrittori) e che per qualche motivo il suo cuore era
spezzato, e sanguinava in una maniera tale da riuscire sempre a ferire un po’
anche il tuo, attraverso le sue storie.
Di tutte le sue fiabe, “La Sirenetta” è una delle più
celebri – e delle più tristi. Dimenticate la versione disneyana del racconto:
granchi parlanti e gioiosi pesciolini gialli in vena di smorfie non erano
sicuramente nelle corde di Andersen… ne’, per nostra fortuna, in quelle di Giada Bafanelli, che ha deciso di
proporci una sua versione “riveduta e corretta” della storia della sirena che scelse di voltare le spalle
al mare, e che per questo ebbe a pagare un prezzo salatissimo.
Sarò sincera con voi: non ho amato “La sirena meccanica” tanto quanto “La figlia della vendetta”, il romanzo d’esordio di Giada, per tutta
una serie di motivi che a breve cercherò di spiegarvi. Eppure sono rimasta
estremamente soddisfatta dalla sua breve incursione nel mondo dei retelling, credo soprattutto per la sua
capacità di fare riferimento alla fiaba originale, e a non alle sue millemila
versioni più recenti, e per il rispetto mostrato nei confronti dei toni e delle
atmosfere evocate dalla penna affilata dell’autore danese.
“La sirena meccanica”
si attiene strettamente alla formula di Andersen e riesce a coglierne in pieno
gli aspetti fondamentali, secondo me, amplificando quel feroce senso di
“stretta al cuore” che già ci era familiare ai tempi dell’infanzia, e riuscendo
a replicarne senza sforzo gli effetti. Il ritmo della narrazione non è
uniforme, ma è vivacizzato da qualche bel colpo di scena e abbastanza
imprevedibile da prevenire efficacemente qualsiasi possibile attacco di noia.
Il finale è “forte”, inaspettato e struggente: proprio come doveva essere,
proprio come nel caso della fiaba originale. Una perla di desolante e inesorabile perfezione, in cui solitudine, malinconia e disagio
la fanno da padroni. Le ambientazioni sono torbide, le motivazioni dei
personaggi quanto mai ambigue, e nel complesso il risultato finale
dell’esperimento risulta inaspettato, cupo e stimolante.
Quali sono gli elementi che ho apprezzato un po’ meno, invece?
I personaggi, tanto per cominciare. Mi spiace molto
ammettere di non aver provato neppure un granello di infinitesimale simpatia
nei confronti della protagonista Nym. Tentativo di riscatto finale a parte,
l’ho trovata completamente inadeguata, e non sono riuscita a immedesimarmi
nella sue vicissitudini nemmeno una volta.
Nym non fa che piangere, mentire, picchiare i pugni a terra, compatirsi e reagire alle situazioni pericolose nelle maniere
più improponibili. E’ una vittima delle circostanze, sa di esserlo, e, anziché
arrabbiarsi o provare a cambiare questo stato di cose, si limita a sguazzarci dentro fino al midollo.
Gli altri personaggi non sono da meno di lei. Mi sono
piaciute molto Sara e Ran, naturalmente; nei confronti di Joan, Ygg, Ruh e Leandra, invece, non ho provato
assolutamente nulla, se non un vago senso di pietà misto a disprezzo, visto
che, ai miei occhi, l’intero branco di egocentrici psicopatici si è ampiamente
meritato tutto ciò che gli è piovuto addosso.
Mi sarebbe piaciuto inoltre che l’ambientazione – peraltro piacevole,
una diretta discendente di quella che fa da cornice alla famosa serie delle “Le
Cronache Lunari” di Marissa Mayer – fosse approfondita un po’ di più. So che i
toni fiabeschi giustificano la nebulosità di alcune caratteristiche, eppure
allo stesso tempo non posso fare a meno di notare che altri avvenimenti e
circostanze guastano l’atmosfera da “storia per l’infanzia” (le minacce a
sfondo sessuale, le palpatine e il pestaggio subito da Nym da parte di due
diversi personaggi…), quindi… per quale motivo non approfittare della “licenza
poetica” per alzare un altro po’ il tiro, e trasformare un bel racconto per
giovani lettori in un dark fantasy complesso, dai toni grintosi e accattivanti? ;D
Trama: 7.0/10
Personaggi: 5.0/10
Ambientazione: 6.5/10
Stile: 8.0/10
Coinvolgimento emotivo: 7.5/10
Verdetto finale: 7.0/10
Ciao Sophie! Grazie mille per la recensione super dettagliata come sempre! :)
RispondiEliminaMi dispiace che né i personaggi né l'ambientazione ti abbiano convinta al 100%, in ogni caso mi hai dato diversi spunti di riflessione e farò di sicuro tesoro delle tue parole per il futuro! :)
E hai ragione, Nym in effetti non sta simpaticissima nemmeno a me, poraccia X°D
E' stato un piacere soprattutto per me, Giada, figurati! ^___^
EliminaAspetterò nuovi racconti! <3
A me continua a ispirare, però adesso ho un po' paura di odiare la protagonista XD
RispondiEliminaMmm... forse quello sarà un male inevitabile, giusy! :P
EliminaMa leggilo lo stesso, perché Giada è bravissima e le sue opere meritano davvero! ^____^
Io mi accodo al commento di Giusy... :) Sono comunque curiosa di leggerlo (anche se ho un po' paura per il finale!! :P)
RispondiEliminaE' la parte che mi è piaciuta di più, Sian... anche se è così triste, un vero colpo al cuore! ç_____ç
EliminaCiao Sophie, bella recensione!! Il fatto che per molti versi ricordi le atmosfere di Cinder mi fa piacere, se riesco a trovarle un posticino lo leggerò sicuramente!!
RispondiEliminaAssolutamente, devi provarlo: se "Cinder" ti aveva convinto, sono certa che lo adorerai! ;D
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