martedì 5 luglio 2016

Recensione: "III - The Ritual" (film)



Titolo: III - The Ritual
Regia: Pavel Khvaleev
Cast: Polina Davydova, Evgeniy Gagarin Lyubov Ignatushko
Anno: 2015

"Nel tentativo disperato di salvare la sorella in fin di vita, Ayia si fa aiutare da un sacerdote che sottopone entrambe a una sconvolgente esperienza psicologica."


III – The Ritual” è esattamente quel genere di film che mi spinge a ricordare perché io e il genere horror abbiamo deciso di prenderci una lunga pausa di riflessione.
Non tanto per la mancanza di idee, e neanche per l'estrema ingenuità di certe scelte narrative; l’errore più imperdonabile consiste piuttosto in un assurdo e ingiustificato spreco di potenzialità… potenzialità che, nel caso del film di Pavel Khvaleev, erano pure stranamente alte.
Voglio dire, una storia sovrannaturale incentrata sull’ordalia di due giovani sorelle orfane, ambientato fra selve oscure e truculenti paesaggi onirici, che coinvolge elementi tratti dal folclore russo e si rifa’ direttamente alle atmosfere ambigue e misteriose di “Silent Hill”?
Sciupare l'occasione, e riuscire a sciuparla di brutto, era un compito abbastanza arduo; ebbene sì, persino per un pugno di dilettanti allo sbaraglio come Khvaleev e il suo team di allegri artigiani del mestiere.
Dal canto mio, ero più che pronta a passare sopra a una certa quantità di difetti veniali, intuibili già dal trailer del film, e persino alla qualità amatoriale di certe inquadrature, a patto che la storia fosse riuscita a coinvolgermi abbastanza da distrarmi e trascinarmi con sé in un mondo lontano.
E invece la pasticciatissima sceneggiatura di Aleksandra Khvaleeva non mi ha permesso di dimenticare neppure per un attimo che  ciò che stavo guardando era un  trascurabile e pretenzioso filmetto di genere girato in stile pseudo-europeo, e ha continuato a riportarmi bruscamente con i piedi per terra, fra un colpo di scena inventato e una pessima battuta, un'inconsistente piega degli eventi e una contraddizione nelle motivazioni dei personaggi principali decisamente troppo forzata per risultare convincente.
Non nego che il regista sia riuscito a sviluppare un paio di intuizioni decenti.
Alcune sequenze risultano autenticamente disturbanti (vedi il cimitero di donne semi-sepolte nella terra, o il mostro in stile Pyramid Head che si aggira nel granaio degli incubi di Mirra...), ma solo se considerate come momenti a sé stanti, svincolati dal resto della storia. Non c’è alcun senso di forte coesione fra quelli che potrebbero venire considerati i momenti-chiave del film.
Le interpretazioni delle protagoniste Polina Davydova e Lyubov Ignatushko, scialbe e prive di ogni forma di passionalità, non fanno assolutamente nulla per allontanare quel senso di forte estraneità che sembra voler continuamente porre una barriera fra lo spettatore e ciò che sta accadendo sullo schermo.
Nel complesso, direi che posso solo spezzare una lancia in favore della colonna sonora, grintosa e incalzante, e del direttore della fotografia: per essere uno che si è limitato a emulare il lavoro di chi la sa due volte più lunga di lui, alla fine costui sembra essere riuscito a ottenere un risultato abbastanza soddisfacente.

Regia: 5.0/10
Sceneggiatura : 3.5/10
Cast: 5.0/10
Scenografie: 6.0/10
Colonna sonora : 7.0/10
Coinvolgimento emotivo : 2.0/10

Verdetto finale: 4.7/10


Girl Power:

 

6 commenti:

  1. Mai sentito, e direi che è meglio così. :)

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    1. L'ho beccato su netflix un paio di giorni fa... meglio se non mi capitava, in effetti, ma con gli horror, per qualche strano motivo, tanto va a sempre a finire così! :P

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  2. Mi ci sono imbattuta anch'io su Netflix ma sono passata oltre... meno male direi! :)

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  3. Non lo conoscevo, e credo prorpio che continuerò a non conoscerlo XD

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