lunedì 4 luglio 2016

Un Americano alla Corte di Re Artù




Titolo originale: A Connecticut Yankee in King Arthur's Court
Autore: Mark Twain
Disponibile: anche in italiano, edito attualmente da Baldini & Castoldi!
Trama: "Un americano alla corte di re Artù" racconta la storia di Hank Morgan - il più yankee degli yankees: nato ad Hartford, nello Stato del Connecticut - il quale si ritrova inspiegabilmente catapultato nella mitica Camelot, sotto il regno del leggendario re britannico Artù. Hank, uomo dotato di grande abilità manuale e buone conoscenze scientifiche, spirito libero e anticlericale, non prova alcuna soggezione al cospetto di dame e cavalieri, mitici eroi e fate crudeli. Infatti per lui Lancillotto, Morgana o Sagramor non sono che ridicoli cialtroni che si fanno strada a forza di menzogne e pregiudizi immotivati, e per quanto Hank possa provare una certa stima per il re, di certo si fa beffe del suo presunto diritto divino a governare. Tra peripezie e avventure di ogni tipo, il nostro simpatico americano riesce abilmente a farsi largo nell'arcaica società di Camelot scalzando il povero Merlino e creandosi la fama di mago potentissimo - prevedendo eclissi, costruendo linee telegrafiche e applicando la tecnologia del XIX secolo al VI secolo."



Non leggo molti classici, solitamente, e questo ha sempre rappresentato per me un motivo di grande cruccio. So che ci sono parecchi bei libri là fuori, pronti a ricadere nel novero dei titoli che appartengono di diritto all’ambito della grande letteratura, e che varrebbe la pena di conoscere, ma per qualche motivo finisco sempre per preferire loro qualche romanzo contemporaneo, più adrenalinico e leggero.

Poi mi sono imbattuta in “Un americano alla corte di Re Artù” di Mark Twain, un autore che adoravo da ragazzina e che ricordo con grande affetto dai tempi delle scuole medie. E… non so, è bastata una scorsa veloce alla sinossi per capire che volevo leggere questo libro, considerato come il padre e il prototipo di tutti i romanzi d’avventura incentrati sull’idea del time-traveling.
Opere di una simile levatura non hanno bisogno di grandi presentazioni o recensioni; posso solo dire che la storia di Hank Morgan, il pragmatico e intraprendente yankee che viaggiò indietro nel tempo e giunse alle porte di Camelot, per conoscere i Cavalieri della Tavola Rotonda e diventare la nemesi giurata del mago Merlino, mi ha coinvolto sia dal punto di vista emotivo che intellettuale, offrendomi un’occasione di lettura davvero indimenticabile.

Lo stile di Twain, ironico, graffiante e irriverente come al solito, riesce a illuminare e alleggerire persino i momenti teoricamente più tediosi, quali possono essere il capitolo dedicato alle lezioni di economia medievale o quello relativo al cosiddetto “miracolo della Valle Santissima”. Le tematiche proposte sono quanto mai attuali, e ti spingono a riflettere più volte sul valore che attribuiamo alla nostra vita, alla nostra mente, alla nostra libertà e (soprattutto) alla nostra umanità.

Mi è piaciuto il ritratto di Artù che Twain ha confezionato per noi (l’immagine di un uomo valoroso e duro come la roccia, che sapeva essere compassionevole, e forse avrebbe potuto ambire a diventare davvero grande, se solo non fosse stato dolorosamente condizionato dall’educazione del proprio tempo, e sminuito dall’onta della bigotteria che, in epoca medievale, probabilmente non risparmiava nessuno…) e mi sono ritrovata ad apprezzare molto i capitoli dedicati al suo viaggio in incognito al fianco di Hank. Ci sono  stati momenti in cui il contegno altezzoso e superbo del Re mi ha fatto infuriare, momenti in cui mi ha fatto sbellicare dalle risate… e momenti in cui ho sentito di provare per lui una sorta di affetto profondo, proprio come Hank, anche se questo sentimento non ha mai smesso di avere un retrogusto amaro.
Figure femminili decisamente meno piacevoli delle loro controparti maschili, quali la frivola Ginevra, o la spietata Morgana, vengono riscattate invece da Sandy, la dama dalla parlantina sciolta e i ragionamenti assurdi; un personaggio eccentrico e adorabile, destinato in breve a conquistare il cuore del Boss, così come quello dei lettori.

Nel corso del romanzo, il senso pratico e la morale dell’uomo del futuro si scontrano con la barbarie portato dall’ignoranza e provano selvaggiamente a riscattarla, dimostrando a ogni occasione che l’ingegno, la misericordia e la fiducia nelle proprie capacità possono redimere qualsiasi genere di errore… o quasi qualsiasi genere di errore. Perché la natura umana, alla fine, non si compone solo di speranza, fiducia verso il progresso, perdono e capacità di comprensione.
C’è anche dell’oscurità, nel cuore delle persone. Nel Medioevo come oggi, e durante l’epoca di Mark Twain…


Trama: 7.0/0
Personaggi: 9.5/10
Ambientazione: 8.5/10
Stile: 10/10
Coinvolgimento emotivo: 8.5/10

Verdetto finale:  8.8/10



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