giovedì 11 ottobre 2018

Recensione: "Streghe Di Una Notte Di Mezza Estate", di Terry Pratchett



Mondo Disco, Volume 14

"Sin dai tempi più remoti, elfi e fatine hanno riempito di sé fiabe e racconti, saltellando leggiadramente tra i mondi per esaudire i desideri degli umani, trasformare zucche in carrozze e persuadere principi distratti a sposare fanciulle perse nei boschi. Be', sono tutte balle. Gli elfi sono meravigliosi perché incutono meraviglia; stupefacenti perché stupiscono; maliardi perché emanano malia; incantevoli perché fanno incantesimi; pazzeschi perché fanno impazzire la gente. Chi ha detto che sono buoni? Gli elfi sono cattivi. E per colmo di sfortuna stanno tornando a Lancre, dove non ci sono più streghe, a parte Nonna Weatherwax, Tata Ogg e Magrat Garlick. Che dovranno sudare sette camicie, indossare numerose armature, volare a cavallo di una scopa insieme a un nano e trasformarsi in sciame di api per cavarsela e salvare Mondo Disco..."



Una manciata di giorni fa mi sono ritrovata a pensare a Terry Pratchett (complici le splendide recensioni della nostra amica Katerina), e al fatto che, senza quasi accorgermene, avevo lasciato scivolare via un altro anno senza riuscire a leggere niente di suo.
A questo punto, lasciate che ve lo dica, ho iniziato a provare una fortissima nostalgia nei confronti di Mondo Disco e dei suoi eccentrici, irresistibili e strampalatissimi abitanti.

Per cercare di rimediare, ho deciso quindi di buttarmi su “Streghe Di Una Notte Di Mezza Estate” (“Lord and Ladies”), un volume che possiedo pressappoco dall'alba dei tempi, e che mi aspettava paziente su uno scaffale da quando ero abbastanza giovane e innocente da confidare ancora nella fatidica rassicurazione “sicuramente entro la fine del prossimo anno!”, scandita dalle barbute labbra di un certo George R. R. Martin.

Bè, che cosa posso dire? Pratchett è stato uno dei più grandi Autori che il fantasy abbia mai conosciuto. La sua insuperabile capacità di combinare umorismo, intelligenza, visionarietà e vita quotidiana resterà per sempre impressa nel cuore dei suoi lettori, e lo stesso vale per il suo sconfinato talento e la sua impareggiabile abilità linguistica.
Aveva una mente affilata come la lama degli artigli di Freddy Krueger, il nostro Terry, e non provava il benché minimo timore all’idea di usarla. Era un brillante osservatore della natura umana (e anche animale, a giudicare dalle descrizioni delle api e degli "psicotici" gatti contenute in questo romanzo...), oltre che un narratore competente, frizzante e originale. Ho tutte le ragioni per ritenere che “Streghe Di Una Notte Di Mezza Estate” rientri a pieno titolo nel novero dei suoi romanzi migliori.

Diciamo che, come al solito, l'imprevedibilità dell'intreccio mi ha tolto le parole di bocca; ma in questo caso, credo sia stata soprattutto la profondità della trama a colpirmi. La storia riprende più o meno dal punto in cui si era interrotta alla fine di “Streghe all’Estero”, vale a dire con Nonna Weatherwax, Tata Ogg e Magrat di ritorno a casa dopo il loro rocambolesco viaggio a Genua.
Il nostro impavido terzetto di streghe si prepara a gustarsi una breve parentesi di pace e tranquillità, mentre al “palazzo” di Verence tutti sembrano impegnati a organizzare l’atteso matrimonio fra Magrat e il sovrano. Tutto sembra più o meno in ordine, o per meglio dire: tutto sembra svolgersi all’insegna dell’allegro caos che da sempre regna imperterrito sul piccolo villaggio delle streghe…

E invece no: perché a Lancre un gruppetto di “sgallettate” votate allo studio della magia occulta ha appena iniziato a giocare col fuoco, e come risultato un'antica minaccia “fatata” ha ripreso a profilarsi all'orizzonte...
Passato e presente iniziano quindi a mescolarsi sempre di più, mentre il confine che separa gli infiniti mondi alternativi inizia a diventare sottile come un foglio di carta. Il che potrebbe anche rappresentare un grosso inconveniente, dal momento che la temibile Regina delle Fate (una tipa sgarbata e niente affatto alla mano...) giace in agguato all'altro capo del portale...

Ma non è tutto: pare proprio che da qualche tempo, infatti, perfino la proverbiale e granitica lucidità di Nonnina Weatherwax abbia iniziato a disgregarsi. La sua mente, un bastione di pragmatismo e buon senso che neppure le armate riunite del Gengis Khan avrebbero mai potuto aspettarsi di sbaragliare, di colpo sembra essersi tramutata in una creatura fragile e incerta. Un animaletto nevrotico, confuso. Inaffidabile. Stremato. Quasi come se... Quasi come se il morbo che ha afflitto il suo creatore per tanti anni (l' Alzheimer) avesse finalmente trovato il modo di sconfinare, imbracciare le armi e mettere a repentaglio il suo amato Mondo Disco.

La verità è che, leggendo un libro come questo, ti ritrovi spesso a domandarti cosa diavolo sia quella strana sensazione luccicosa che ti pizzica dietro le palpebre. Il senso di calore e di vitalità che ti striscia in grembo in un momento del genere è una merce rara nella vita di un lettore, e davvero preziosissima. Pratchett era uno in grado di scrivere frasi come “Animals can’t murder.  Only us superior races can murder.  That’s one of the things that sets us apart from animals” con il massimo grado di semiseriosità concesso dal suo estro creativo, salvo poi restituirti un senso di fiducia e rispetto nei confronti dell'umanità (e della vita in generale) abbastanza viscerale da rasentare la pura gratitudine (bellissimo, ad esempio, il discorso finale di Esme alla regina delle Fate: “You call yourself some kind of goddess and you know nothing, madam, nothing. What don't die can't live. What don't live can't change. What don't change can't learn. The smallest creature that dies in the grass knows more than you.”)

Streghe Di Una Notte Di Mezza Estate , insomma, è un libro meraviglioso, ridicolo, folle, sproporzionato, nostalgico e tristissimo al tempo stesso. Si ride in compagnia di Tata Ogg, delle sue inimitabili perle di saggezza e dei suoi figli strampalati; si lotta assieme a Magrat, perennemente alla ricerca della propria identità e di un suo posto nel mondo; si piange per Esme (ma senza farglielo sapere, se si desidera vivere abbastanza a lungo da assistere a un’altra alba…) e per i suoi immensi sacrifici, per il suo coraggio e la sua concretezza sconfinata; e si sogghigna con (o per colpa di) Munstrum Ridcully, vale a dire uno dei miei personaggi preferiti della saga in assoluto!

Quindi, se dovesse capitarvi di sentirvi, che so? Un po’ frustrati o malinconici, o magari semplicemente scoraggiati dalle deliranti vicissitudini che ci tocca affrontare ogni giorno, leggete questa serie, e preparatevi a ritrovare il sorriso. Un sorriso un po' strano, felice, delicato; insensato come la vita che ci scorre intorno, nel momento preciso della nostra esistenza in cui finalmente iniziamo a realizzare, per la prima volta, che perfino l’epica lotta fra il Bene e il Male potrebbe essere più una questione di tempra, perseveranza e pazienza che di spade, fuoco e conflitto, dopotutto.
E che in fondo potrebbe anche andar bene così, perché la stupidità congenita sarà anche una parte integrante della nostra natura di esseri umani, ma questo non vuol mica dire che dobbiamo per forza comportarci da stupidi... qualche volta, possiamo anche provare a essere un po' streghe, no?

In estrema sintesi: Può un libro fantasy rivelarsi metafisico, demenziale, commovente, avvincente e filosofico al tempo stesso? Può, se il nome dell'autore riportato in copertina è Terry Pratchett...



7 commenti:

  1. Ciao! :D
    Non ho mai letto niente di questo autore MALE MALE MALE me lo dico da sola xD ma sicuramente prima dell'uscita della serie TV "Good Omens" leggerò il libro!

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    1. Ciao, Gaia! ^____^
      Uh, anch'io vorrei leggere "Good Omens"... sperabilmente prima dell'inizio della serie, visto che mi ispira veramente tantissimo! *___*

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  2. Proprio oggi ho iniziato il mio primo romanzo di Pratchett U_U

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    1. Grande, Aenor! :D
      Poi ci farai sapere cosa ne pensi, allora...

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  3. Novanta minuti di applausi in piedi ed inchino. Se mai dovessi recensirlo, credo che metterò un link alla tua recensione perché dubito si possa scrivere altro su questo libro *____*

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    1. Oh, wow, grazie mille, Kate! <3
      Considerando l'autore di cui stiamo parlando, so che è complimento che significa moltissimo! *____*

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  4. Terry Pratchett è un autore ingiustamente sconosciuto qui in Italia. Sopratutto considerando che non tutte le sue opere sono state tradotte o sono ancora disponibili al grande pubblico.

    Non conoscevo Streghe Di Una Notte Di Mezza Estate ma grazie alla tua bellissima recensione ho un nuovo pezzo da inserire nella mia wish list. Thanks.

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