venerdì 4 gennaio 2019

Recensione: "Sawkill Girls" di Claire Legrand



Disponibile in inglese

“Chi sono le Ragazze di Sawkill?
Marion: la nuova arrivata. Semplice e goffa, costante e affidabile. Sulle sue spalle il peso di una tragedia, e la fame di un amore che è convinta di non poter trovare.
Zoey: l’emarginata. Sfortunata e solitaria, piena di sofferenze, ma decisa a nasconderle da tutti. Colpita da un lutto, e perennemente sul punto di sognare ragazze scomparse. Forse c’è qualcosa di profondamente danneggiato in lei… o forse lo stesso vale per tutti gli altri.
Val: l’ape regina. Bellissima e privilegiata, spietata e regale. Parole di seta e occhi come pugnali, un cuore fatto di segreti e una bocca piena di bugie.
Le loro storie si uniscono sull’isola di Sawkill Rock, in cui cavalli scintillanti pascolano nei campi sterminati e le fredde onde dell’oceano continuano a frangersi contro le nere scogliere. In cui i ragazzi bisbigliano la leggenda di un mostro insidioso, e in cui le giovani donne hanno continuato a sparire per decadi, portate via da un male oscuro che nessuno ha mai osato sfidare… fino a oggi.”





Sawkill Girls” è uno YA horror scritto dall’autrice americana Claire Legrand.
La trama ruota attorno alle vicende personali e alla lotta senza quartiere di un terzetto di giovani donne, prescelte da una forza sconosciuta per distruggere un orribile demone mangiatore di uomini… ehm, anzi, no, aspettate, cerchiamo di essere un po’ più precisi: un orribile divoratore di ragazze.

Tenere a mente la differenza è di importanza basilare, considerando la natura fortemente metaforico/allegorica del libro. C’è tanto di “Buffy – The Vampire Slayer” nel romanzo della Legrand; probabilmente è per questo che avrei desiderato con tutte le mie forze riuscire ad amarlo in maniera più profonda e viscerale. Peccato che lo stile vagamente inconcludente e vagheggiante dell’autrice mi abbia reso il compito difficile in più di un’occasione; lo stesso vale per l’intreccio raffazzonato e per la conclusione della storia, di per sé abbastanza frettolosa e ricca di lacune.

Ma partiamo dai personaggi, secondo me la nota più dolente e “traumatica” dell’intera operazione.
In teoria, alle tre ragazze protagoniste avrebbe dovuto essere concesso lo stesso spazio; un po’ come accadeva, per fare un esempio, nella mia adoratissima “Trilogia di Engelsfors”, un terzetto di libri dalla natura e dagli obiettivi molto simili a quelli di “Sawkill Girls”. Eppure la Legrand inizia a manifestare, fin dai primissimi capitoli, una chiara predilezione per Zoey, la vivace e ribelle figlia nerd dello sceriffo locale.

Temo che parte dei miei problemi, durante la lettura di questo libro, abbiano avuto a che fare proprio con questo “dislivello” di attenzione concesso alle tre protagoniste. Fin dai primissimi capitoli, infatti, la Legrand sembra intenzionata a sforzarsi così maledettamente tanto per indurci a parteggiare per Zoey, come se dal semplice fatto di renderla simpatia, fantastica, brillante e sempre nel sacrosanto diritto della ragione agli di noi lettori dipendesse il successo stesso del libro.
E invece l'unico risultato che ne consegue, a mio avviso, è quello di trasformare Zoey in una sorta di saccente e insopportabile Mary-Sue nel giro di 24 pagine scarse. Anche l’attenzione posta sulla tematica dell’asessualità mi è parsa (francamente) un pochino esagerata. Nel contesto di una trama che tira in ballo lutti, omicidi, abusi domestici, molestie sessuali, e chi più ne ha, più ne metta, francamente non sono riuscita bene a capire per quale motivo i personaggi più diversi e disparati si siano sentiti in dovere di tirare ripetutamente in ballo una questione così privata e personale. E vabbè che la gente non si fa mai gli affari propri, però dai…

L'algida, popolare e biondissima Valerie, viceversa, è riuscita a convincermi infinitamente di più. Non fosse altro che perché non è bidimensionale, e i suoi lati negativi non vengono in alcun modo neutralizzati da quelli positivi. I suoi problemi familiari e sentimentali non sono immaginari (come quelli di Zoey), e la sua morale è complessa, sfumata, ostica. Senza contare il fatto che il suo rapporto di semi-simbiosi con il demone rappresenta uno degli elementi più interessanti (e terrificanti) del libro...

Marion, invece, non sono riuscita a inquadrarla praticamente per niente, nonostante tutti i miei sforzi. Nel primo capitolo viene descritta come una ragazzina timida, cicciottella, che indossa abiti sformati, vive all’ombra della sorella e tiene quasi sempre gli occhi bassi. Cinquanta pagine dopo, me la sono ritrovata pronta a spingere Val contro un muro e a infilarle la lingua in bocca come se non ci fosse un domani. Ancora cento pagine avanti ed eccola lì, intenta a manovrare energie cosmiche talmente potenti e surreali che neppure Stephen Strange in persona sarebbe stato capace di gestire senza impallidire vistosamente… Il tutto senza che sia avvenuto nulla di particolare, nel mentre, in grado di giustificare uno qualsiasi di questi passaggi. E boh?! Voglio dire, non che mi lamenti (praticamente, alla resa dei conti, Marion si è dimostrata l’unica in grado di manifestare un minimo di intraprendenza), ma alla faccia della semplicità e timidezza…

Credo anche che “Sawkill Girls” abbia risentito – tanto – di una mancanza di sottigliezza in relazione allo sviluppo del tema portante del romanzo. Nessuno più di me potrebbe mostrarsi pronto ad apprezzare il resoconto di una sana e ispirata lotta al patriarcato, non mi fraintendete… basterebbe una semplice occhiata al resto delle mie letture di dicembre per confermarlo al di là di ogni possibile dubbio. Eppure, secondo me, l’idea di demonizzare ogni singolo personaggio maschile (a eccezione di Grayson, l’impeccabile, malleabile e zuccheroso fidanzatino di Zoey…) a lungo andare si è rivelata tutt’altro che convincente. Anzi, diciamo pure che questa semplicistica visione delle cose alla fine è riuscita ad atterrirmi profondamente.

La costruzione dell’atmosfera, viceversa, secondo me rappresenta un grandissimo fiore all’occhiello per il libro della Legrand. E' stato proprio questo elemento a tenermi avvinta alle sue pagine. Sull’isola di Sawkill, infatti, aleggia una corrente sotterranea di mistero, paranoia e magia che l’autrice, bisogna dirlo, riesce a comunicare ai suoi lettori nel modo più efficace e suggestivo possibile. Alcune scene – soprattutto quelle relative alla presenza della magiche falene dagli “occhi” scuri, surreali ambasciatrici di sconfinate forze universali – mi hanno fatto tornare in mente un manga chiamato “Red Garden”: un fumetto veramente originale e affascinante, che fra l’altro vi consiglierei vivamente di recuperare, se mai ne avrete la possibilità…

Insomma, peccato per le magagne (stilistiche e non) che gravano sul resto della narrazione. La trama di “Sawkill Girls” aveva un potenziale non indifferente, secondo me.
In definitiva, non commetterei l'errore di considerarlo uno YA da scartare a priori, perché credo che il libro possieda un appeal particolarmente allettante agli occhi delle generazioni più giovani... ma resto anche convinta del fatto che possiate trovare decisamente di meglio in circolazione là fuori.

In estrema sintesi: Uno YA frizzante, moderno e “frenetico”, che si sforza di strizzare continuamente l’occhio alla cultura pop e che si propone di fare del femminismo militante la propria bandiera. Ha tanti, tanti difetti, ma si lascia leggere velocemente, riuscendo perfino a regalarci uno o due momenti di autentica tensione…





8 commenti:

  1. Anche se alla fine il parere non è negativo, credo che i difetti siano di quelli che mi farebbero odiare ogni singola pagine del libro :/ mi sa tanto che stavolta lo salto senza guardarmi indietro.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Potrebbe essere una buona idea, Kate... Io non l'ho assolutamente odiato, ma confesso che mi aspettavo di meglio! :(

      Elimina
  2. Peccato, la trama sembrava interessante! 😕

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Infatti! :(
      Alla fine non è terribile, anzi, alcune scene sono anche carine da leggere... Peccato solo che l'intreccio, nel complesso, faccia acqua da tutte le parti! XD

      Elimina
  3. Nonostante globalmente non sia un parere positivo, il fascino delle tre eroine principali e quel pizzico di fantasy mi cattura ugualmente... Forse forse gli darò una possibilità ugualmente!
    (E obv w la lotta al patriarcato!)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ovviamente: w la lotta al patriarcato! ^_____^
      Se lo leggerai, spero che ti piacerà: in fondo non è malaccio, solo un po' troppo vago e "frettoloso", almeno per i miei gusti...

      Elimina
  4. Potrei passare anche io, come Kate, ma che copertina!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. E' molto particolare, vero? E' stato proprio quell'elemento a colpire per primo la mia attenzione! ^____^

      Elimina

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...