martedì 16 dicembre 2014

Recensione: "Wicked - I segreti delle sorelle Cahill"




Titolo originale: Wicked - I segreti delle sorelle Cahill
Autrice: Jessica Spotswood
Serie: I segreti delle sorelle Cahill, Vol. 1
Disponibile: anche in italiano, edito dalla Sperling & Kupfer!
Trama:
"New England, fine Ottocento. Cate Cahill ha sedici anni e una grande responsabilità: ha promesso alla madre morente di proteggere sempre le sorelle. Un compito tutt'altro che facile, visto che le donne della famiglia Cahill sono streghe. Se venissero scoperte dalla confraternita, rischierebbero la vita. Grazie al diario della madre, Cate entra in contatto con l'eccentrica libraia della cittadina e con suo figlio, l'affascinante Finn. Insieme leggono i Libri Proibiti, dove si parla di un'antica profezia che sembra riguardare proprio le sorelle Cahill. Un giorno Cate e Finn si scambiano un bacio appassionato. Ma il loro è un amore proibito, perché lei è già promessa a un altro. E sta per essere imprigionata con l'accusa di stregoneria..."
Le mie opinioni:
Apro questa recensione con una piccola premessa...
So che "I segreti delle sorelle Cahill", serie a tema "stregonesco", ha riscosso un discreto successo qui da noi, quindi ci tengo molto a elargire un piccolo consiglio... se avete amato "Wicked", se siete rimasti affascinati dalla particolarità dell'ambientazione, dalla suggestività delle situazioni e dalla maggior parte dei temi trattati... leggete anche "Una grande e terribile bellezza", il libro di Libba Bray che apre la serie dedicata al personaggio di Gemma Doyle.
Quasi vi scongiuro! XD
Quel libro, che inaugura una splendida trilogia YA di genere dark-fantasy, è infatti il "fratello maggiore" di "Wicked"... e quasi sicuramente Jessica Spotswood non sarebbe mai arrivata a scrivere di un certo terzetto di sorelle legate e vincolate dal segreto della magia, se non fosse stato per l'opera della Bray.

Ora, per tornare alla recensione vera e propria...
Non trovo che "Wicked" sia un libro propriamente malvagio.
Presenta una notevole caterva di difetti, certo, e l'autrice sembra averlo scritto in preda a un rush di fretta isterica niente male, in certi punti... il che, purtroppo, spesso si traduce in una sintassi elementare, in una storia dai risvolti prevedibili e nel relegamento di qualsiasi personaggio non sia la protagonista al rango di una mera macchia di contorno sullo sfondo degli eventi generali.
Lo so, lo so...
Queste parole non sono molto incoraggianti! XD
Ma la verità è che, per quanto possa aver trovato piacevole la lettura di questo libro - che è, di per sé, sicuramente molto scorrevole, molto easy, molto politically correct - non sono assolutamente riuscita a lasciarmene conquistare come avrei desiderato e sperato.

L'ingrediente più efficacie, l'elemento più riuscito, secondo me, è l'ambientazione.
Questa sorta di alternativa "America vittoriana", in cui le streghe hanno perso la loro battaglia e ceduto il loro potere a una manica di vecchi bigotti avvolti nei mantelli, che predicano quotidianamente nel nome del Signore un gran bel cumulo di ipocrisie e sono in grado di dettare a piacimento il bello e il cattivo tempo.
Le donne, in quanto possibili portatrici del gene magico, sono occhieggiate con sospetto, relegate ai margini della società e costrette a dichiarare nel corso di una cerimonia pubblica, al compimento dei diciassette anni, se e chi hanno intenzione di sposare, o se preferiscono piuttosto rinchiudersi in convento.
L'eroina e voce narrante del romanzo, Cate, passerà per l'appunto la metà del tempo a dibattersi fra queste due opzioni, dal momento che la data del fatidico compleanno si sta rapidamente avvicinando per lei.

L'esca a questo punto si fa troppo appetitosa perché la Spotswood non finisca con l'abboccare: eccola allora lì pronta a gettare nel gran calderone della creazione un gran bel triangolo amoroso di quelli che - diciamocelo in tutta sincerità - ormai ci hanno anche un po' francamente rotto le balls! XD
Poi, forse consapevole di aver sminuito un po' troppo i personaggi di Maura e Tess, le adorate sorelle minori di Cate, relegandoli alla stregua di pallidi cliché ambulanti rispondenti a tutti i peggiori stereotipi della narrativa per signore, l'autrice si sente in dovere di specificare (forse in un estremo tentativo di potenziare la caratterizzazione del personaggio, chissà...) che Maura in realtà ogni tanto fa anche qualcosa, a parte lamentarsi e fare i capricci: Cate scopre infatti che la sorella intrattiene a sua insaputa una fantasiosa relazione sentimentale con la loro istitutrice.
Bum: colpo di scena... tirato su così, praticamente dal niente, ragazzi!
Solo che mi rifiuto di considerarlo uno spoiler, perché, ma andiamo... alla Spotswood non interessa un bel niente di Elena e Maura, questa è la verità, e si premura di farcelo capire almeno in un milione di modi e momenti diversi. Diciamocelo: sono lì solo per senso di colpa.
E, probabilmente, perché anche a lei è piaciuto tanto "The Sweet Far Thing" della Bray.

A dire il vero, tutta la componente "romance" del libro, secondo me, è stata gestita molto, molto male.
Cate (una che soffre della classica sindrome di Mary Sue ma raramente se ne accorge, se volete il mio parere...) si dibatte cercando di decidere chi fra Finn e Paul, i due bellocci locali, riesca a farle più sangue.
La risposta a me sembrava abbastanza palese sin dall'inizio, e il fatto che alla fine il nome del bonazzo prescelto coincida anche con quello del tizio più simpatico e zuccheroso, in pratica si rivela una mera fatalità del caso.

Mi sono piaciuti invece (e tanto, anche!)  i personaggi di Sachi, Rory e Tess.
Le prime due, suppongo, perché, oltre che a dimostrare una psicologia interessante (contrariamente alle sorelle Cahill, infatti, che si rivelano sempre esattamente quello che sembrano, Rory e Sachi riescono a sorprenderti in mille modi, e questa è una cosa che certamente apprezzo...) sono riuscite a ricordarmi tantissimo le mie adorate Felicity e Pippi de "Una grande e terribile bellezza"! *__*
Tess, viceversa, è una ragazzina molto in gamba, che la Spotswood tiene ingiustamente sullo sfondo per l'intera durata del libro, tirandola in ballo solo quando si tratta di ribadire (per decine e decine di volte) l'enorme portata dei sacrifici che Cate dichiara di aver compiuto per amore delle due sorelle.

Il che ci riporta all'altro grande aspetto del libro che mi aveva inizialmente intrigato, ma che verso la fine mi ha lasciato con un chiaro retrogusto di delusione in fondo al palato... sto parlando del tema universale dell'amore fraterno, naturalmente.
Le soluzioni narrative e alcune infelici uscite da parte della narratrice in questo senso mi hanno francamente lasciata molto perplessa.
Questa volontà di elevare a tutti i costi la modesta Cate al rango della martire, la sorella maggiore buona e brava, e di presentarci invece Maura come la viziatissima figlia di mezzo, la ribelle, bellissima e capricciosa ragazza dai capelli rossi, senza pregi, senza sensibilità, senza la benché minima traccia di empatia nei confronti dell'universo conosciuto... non lo so: forse la colpa è mia, che non sono mai riuscita a sopportare i personaggi che pretendono di essere soltanto bianchi o soltanto neri.
Mi sembra una presa in giro bella e buona, a onor del vero. Una finzione del peggior tipo.
A me piacciono, piuttosto, le sfumature, gli enigmi, le zone grige... per identificarmi e trovare una chiave interpretativa, ho bisogno di conflitti, indizi fumosi, mosse e contromosse, qualcosa di autentico, un'impressione, un'emozione anche fugace alla quale possa aggrapparmi... e non di pianti isterici, svenimenti vittoriani e quattro scene madri piantate lì alla meno peggio, tutt'al più con lo scopo di far brillare le sorprendenti virtù della protagonista.

In estrema sintesi: un libro secondo me molto, molto leggero... probabilmente troppo.
Un promettente spunto iniziale e un'ottima ambientazione penalizzati da un cast di personaggi decisamente poco ispirati, e da una superficialità di fondo abbastanza incisiva.
Peccato, perché l'idea era buona... non originale (nemmeno per sogno!), ma dotata di un potenziale di sviluppo praticamente illimitato.

Giudizio personale: 6.0/10





17 commenti:

  1. Nonostante abbia letto solo recensioni tiepidine questo libro mi attira notevolmente ^^;;

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    1. E' comunque un libro abbastanza breve, e molto scorrevole: lo leggeresti facilmente nel giro di un paio di giorni, Kate, quindi potrebbe valere la pena provare! ;D

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  2. Sono d'accordissimo sul tuo suggerimento di leggere Una grande e terribile bellezza, è una delle mie serie preferite! *_*

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    1. Anche per me: amo quella serie e i suoi personaggi, con tutto il cuore! *___*

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  3. Uhm... Volevo leggerlo, ma mi sa che passo! Magari invece di questo leggerò proprio "Una grande e terribile bellezza" :D

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    1. Bé, sì... io ti consiglio soprattutto il romanzo della Bray, Aenor! Se ti capita... non fartelo scappare! ;D

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  4. Mi segno questo titolo, ma soprattutto quelli che hai nominato a inizio post!

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    1. Dovesse capitarti l'occasione... i romanzi della Bray su Gemma Doyle e la sua cerchia di amiche-streghe, secondo me sono fantastici! *____*

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  5. Ho in wishlist sia questa serie che quella della Bray - che pare introvabile purtroppo :(

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    1. Spero che possa uscirne presto una riedizione, difatti, per tutti coloro che non hanno ancora avuto l'occasione di leggerla. Altrimenti, per ora, c'è l'edizione in inglese... Io ho letto la serie in entrambe le lingue, pensa, per quanto la adoro! :P

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  6. Io ho amato alla follia questo libro ** So che probabilmente sono tra le poche, perchè tutte l'hanno trovato il classico carino-ma, MA io l'ho venerato proprio, il secondo è ancora meglio e il terzo lo sto divorando ora. E boh, tutto bello, io proprio vado in brodo di giuggiole quando penso a questa serie. **

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    1. Ti capisco benissimo, Vane. Anche a me è capitato, in tantissime altre occasioni! ;D

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  7. Non sono ancora riuscita ad iniziare questa serie, ma ho intenzione di farlo, prima o poi :) Ora però ho delle aspettative un po' più basse e so che cosa aspettarmi, grazie! :)
    E la serie della Bray l'avevo letta diversi anni fa ma è stata un'esperienza abbastanza strana: mentre la leggevo mi piaceva, e pure tanto (infatti ho girato mille mila librerie in un giorno per riuscire a procurarmi i seguiti) ma una volta che l'ho finita... puff! Si è dileguato tutto e non mi è rimasto un granché... però è stata una lettura piacevole :)

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    1. Oh, pensa che io invece ho letto la serie più di una volta, e sia in italiano che in inglese...
      Nel mio cuore, l'unica serie sulle streghe che può rivaleggiare con la trilogia della Bray è quella di Engelfors, scritta da Mats Strandberg e Sara Elfgren... anche quella, per me, una vera, piccola meraviglia! *___*

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  8. Dopo aver letto la tua recensione direi che devo assolutamente iniziare dalla Bray anche perché di serie stregonesche io ne ho lette davvero poche... ma visto quanto caldamente la raccomandi direi che me lo segno subito! per quanto riguarda Wicked... al momento ovviamente passo ^^

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    1. Se avrai l'occasione di leggere la trilogia di Gemma Doyle, Jerry... spero di cuore che ti piacerà! :)
      Anche solo la metà di quanto è piaciuto a me, ti assicuro, vorrebbe dire un bel po'! *____*

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  9. Grazie mille, Stefy, sei gentilissima! ;D
    Mi auguro di cuore che il libro ti possa piacere, allora! ^___^

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