domenica 16 giugno 2019

Life is Strange




Immagino che la maggior parte di voi abbia finito di giocare a “Life is Strange” un paio di eoni fa. Io, invece, ci sono arrivata soltanto adesso…  anzi, mi sono praticamente accorta dell’esistenza di questo videogioco soltanto quando la Panini ha fatto sapere, tramite i suoi soliti canali ufficiali, che ad agosto avrebbe cominciato la pubblicazione del fumetto-sequelche andrà a proseguire la vicenda originale.

Incuriosita dalla trama (e dall’atmosfera dal sapore vagamente "yureggiante" che sembrava trapelare dalle numerose immagini scovate in rete….), ho deciso di chiedere qualche informazione in più a mia sorella, alias il mio personalissimo Guru dei Videogiochi di casa Playstation.
E’ saltato fuori che non aveva mai giocato a “Life is Strange”; in compenso, si è dimostrata come sempre più che pronta a snocciolarmi una serie di preziose informazioni relative al genere, alla modalità di gioco e al modo in cui il grande pubblico aveva accolto il titolo ai tempi del suo debutto ufficiale.

Mi ha anche consigliato, studiandomi con le palpebre socchiuse e un vago sorrisino sulle labbra,  di provare a farci un pensierino.
E’ un’avventura interattiva… Sai cosa vuol dire, giusto?”, mi ha chiesto.
Come l’episodio “Bandersnatch” di “Black Mirror”, intendi?
Lei ci ha pensato su per un po’.
Più o meno. Ma senza le false piste, i dolori di testa e la noia inconcepibile di dover ricominciare sempre tutta la giostra dal principio.”
Davvero?
Sì. E con i superpoteri. E con un sacco di personaggi femminili. E con una potenziale coppiettina f/f da shippare fino alla morte.

Vi ho mai detto che mia sorella è la persona che mi conosce meglio sulla faccia della Terra?
Come avrei mai potuto sperare di resistere a una presentazione del genere?

E così, senza più esitare, un paio di sere più tardi mi sono decisa a parcheggiare il mio regale fondoschiena sul divano e ad accendere la Playstation. Per la prima volta dopo… Oh, due, tre anni, a voler dire poco!
Il primo fattore che si è imposto alla mia attenzione è che, sì: effettivamente la mia sorellina aveva ragione, “Life is Strange” si è rivelato essere esattamente il tipo di videogioco che faceva al caso mio. Nel senso che durante la partita puoi compiere ogni genere di scelta possibile, influenzando la trama e alterando liberamente il corso degli eventi, ma la possibilità che tu possa sbagliare non è praticamente contemplabile. Ogni passo è concesso, ogni decisione ammessa e ogni sentiero percorribile… a patto di ricordarsi che tali prese di posizione ti porteranno più avanti a fronteggiare una serie di determinate conseguenze. Quindi non è che se prendi un abbaglio e scegli, chesso’, di imbrattare il muro della stanza della perfida mean girl della scuola anziché non farlo, a un certo punto il gioco si invelenisce e ti costringe a ricominciare la partita dai titoli d'apertura. Come dicevo, fortunatamente“Life is Strange” non è “Bandersnatch”.

E poi, a tratti la trama riesce a darti effettivamente l’impressione di trovarti alle prese con le atmosfere e le suggestioni di un’affascinante serie televisiva, piuttosto che un videogame. Perfino la struttura generale cospira per rafforzare questa sensazione: la storia si suddivide infatti in cinque episodi giocabili, e si sviluppa in maniera encomiabile a partire da una serie di premesse di chiara derivazione cinematografica.

La protagonista è una giovane donna di nome Max, una brillante studentessa di fotografia che frequenta il super-esclusivo college di una minuscola cittadina costiera chiamata Arcadia Bay. Un giorno come tanti, la nostra eroina scopre di avere appena sviluppato un super-potere speciale: Max può infatti riavviare il nastro del tempo a volontà, tornare indietro a sua discrezione e alterare il continuum come meglio crede. Quando una sua vecchia e cara amica, un’irruenta punk dai capelli blu di nome Chloe, comincerà a mettersi ripetutamente nei guai e a rischiare la vita a ogni piè sospinto, la ragazza sarà costretta a fare ripetutamente appello ai suoi poteri per cercare di aiutarla; per non parlare di una catena di sinistri eventi in pieno svolgimento ad Arcadia Bay, uno sperduto angolino di mondo tutt’altro che idilliaco e tranquillo come alcuni personaggi secondari vorrebbero darci a intendere…

Il ruolo vitale della trama, la profondità delle relazioni fra i personaggi e l’elevato livello di giocabilità sono i tre elementi che mi hanno permesso di amare “Life is Strange”, anche se (detto fra voi e me) non sono più questo granché come videogiocatrice, e di norma ormai tendo ad ammirare le consolle scintillanti della mia sorellina soltanto da una certa distanza.
Purtroppo il comparto grafico, da quel che mi è parso di rilevare, non si dimostra sempre all’altezza delle aspettative. Ma a lungo andare ci si abitua a questo genere di piccole sbavature senza colpo ferire, secondo me; anzi… a mano a mano che la trama comincia a ingranare e i colpi di scena ad avvicendarsi sullo schermo a un ritmo indiavolato, cominciamo quasi a dimenticarci di avere a che fare con delle rappresentazioni in chiave pixel di attori realmente esistenti, e iniziamo semplicemente a pensare alle varie figure-chiave di “Life is Strange” in termini di evoluzione psicologica, spessore, carisma, vulnerabilità e motivazioni.

Insomma, anche se non siete proprio dei videogiocatori provetti, ma vi sentite disposti a lasciarvi trascinare nel vortice di una bella storia densa di sorprese, intrighi, misteri e suggestivi elementi sovrannaturali, vi suggerisco caldamente di prendere in considerazione questa stimolante avventura interattiva. Per quanto mi riguarda, sono rimasta abbastanza sconvolta dal finale – da uno dei finali possibili, quanto meno – da cominciare già ad avvertire il desiderio bruciante di provare scoprire cosa potrebbe accadere in futuro…
Speriamo quindi che l’imminente fumetto si dimostri divertente e “brividoso” quanto il gioco, e che ci offra l’opportunità di sciogliere i vari nodi rimasti in sospeso.




6 commenti:

  1. Uno dei giochi che mi nominano sempre, perfino a proposito dell'ultimo romanzo di Carrisi. Purtroppo, lo ammetto, non li amo molto. Perdo subito la pazienza, mi snervo, non ho costanza.
    Ma per questo, tant'è la curiosità, potrei cedere.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Io ti consiglierei di provare, Mik: neanch'io mi considero più un'accanita videogiocatrice (anche se lo ero, una manciata di anni fa...), ma per "Life is Strange", secondo me potrebbe valere la pena di fare un'eccezione! ;D

      Elimina
  2. Con me caschi benissimo visto che sono una delle dieci persone al mondo che non ci hanno ancora giocato XD volevo cercare di concludere qualche titolo, prima di prenderne di nuovi, ma considerando che sono anni che gli faccio la corte, potrei lasciar perdere il buon proposito e farmi un regalo, visto che ora si trova a poco ^-^

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Infatti anch'io l'ho pagato pochissimo, sui cinque euro o giù di lì! Senza contare che sul Playstation Network è praticamente quasi sempre in offerta! ^___^

      Elimina
  3. mai giocato xD ma in realtà non sono una videogamer! Ci ho provato, con la ps4 di mio fratello, ma niente, dopo cinque minuti ho staccato XD questo mi incuriosisce molto, però ho paura che per me sarebbe sprecato (non è nemmeno il genere di mio fratello, altrimenti ne approfitterei ahah)!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. A volte penso sia un gioco più adatto agli appassionati di serie televisive che ai fan di videogame, Giusy! XD
      Magari prova con l'episodio interattivo di "Black Mirror" su Netflix: "Life is Strange" è di qualità infinitamente superiore, ma il meccanismo è più o meno lo stesso, quindi...! ;D

      Elimina

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...