mercoledì 3 luglio 2019

Recensione: "Sadie" di Courtney Summers

Due sorelle spezzate. 
Un killer a piede libero. 
Un viaggio allucinante nel cuore di un'America crudele e malata.

recensione - Sadie - copertina - Rizzoli - Courtney Summers


“Quando il popolare conduttore radiofonico West McCray riceve una telefonata da una donna che lo implora di cercare Sadie Hunter, diciannove anni, scomparsa da alcuni mesi, l’uomo non è davvero convinto che quella sarà una storia da raccontare: è tristemente consapevole che di ragazze scomparse ce ne siano molte, troppe, ogni giorno. Ma quando viene a sapere che Sadie si è allontanata da casa dopo il brutale omicidio irrisolto della sorella Mattie, tredici anni, parte alla volta di Cold Creek, Colorado, per cercare di saperne di più.Sadie non ha idea che la sua storia stia per diventare il soggetto di un podcast di successo seguito da una costa all’altra degli Stati Uniti. Tutto ciò che vuole è vendetta: armata di un coltello a serramanico e del suo lacerante dolore, Sadie colleziona una serie di confusi indizi che seguono le tracce dell’uomo che è convinta abbia ucciso la sorella.Mentre West ricostruisce il viaggio di Sadie, ritrovandosi sempre più coinvolto dalla storia della ragazza e ossessionato dal pensiero di ritrovarla, un mistero inquietante comincia a prendere forma e a svelarsi. Riuscirà West a ricomporre il puzzle della verità prima che per Sadie sia troppo tardi? Alternando le puntate del podcast alla lucida voce di Sadie, che racconta in prima persona la sua caccia all’uomo, Courtney Summers ci regala una storia struggente che resta sulla pelle ben oltre la sua ultima pagina.”

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Nel 2012, l'autrice canadese Courtney Summers ha fatto ricorso a un espediente narrativo particolare (l'apocalisse zombie) per raccontarci l'intenso legame tra due sorelle arrabbiate e piagate dal peso di un segreto troppo terribile da sopportare. “This Is Not a Test è stato uno dei libri horror YA più intensi, crudi e indimenticabili che io abbia mai letto.

Leggendo “Sadie”, il nuovo thriller della Summers, non troverete ad aspettarvi morti che camminano, mezzi di comunicazione che falliscono e assedi al cardiopalma dietro le porte sprangate di una scuola infestata dai ricordi.
Eppure posso assicurarvi che a un certo punto verrete comunque assaliti dalla forte sensazione di stare assistendo in diretta allo spettacolo di una civiltà in preda agli ultimi spasmi dell'agonia; una società dilaniata all'interno dai mille mostri che i suoi stessi sogni infranti e disillusi hanno generato.
I cinesi hanno coniato un'espressione particolare per descrivere questo tipo di esperienza, credo. La morte dai mille tagli. Se esiste un modo per difendersi da una tortura del genere, io di sicuro non l'ho ancora trovato.

Cercare di convogliare tutto quello che ho provato durante la lettura attraverso le parole di una recensione è un’impresa difficile. “Sadie” in fondo racconta “solo" una storia di finzione, d'accordo... Ma fino a che punto? Di sicuro la rabbia evocata dallo stile struggente e affilato della Summers fa presto a trasformarsi in una bestia dai canini fin troppo familiari, aguzzi.  Ogni anno, quante ragazze spariscono nel nulla? Quante di loro finiscono umiliate, tormentate, dimenticate; a quante di loro viene fatto del male senza che a nessuno freghi qualcosa?
Il fidanzato segreto di una soubrette settantenne, le abitudini alimentari di un politico dalla faccia da schiaffi e lo straordinario valore igienico dell'amuchina: su, avanti, forza, continuiamo a parlare di questo per tutto il giorno, continuiamo a guardare dall'altra parte... Continuiamo a fingere che esista ancora un'arma chiamata stampa, uno strumento che non serva solo a intrattenere, mollificare e manipolare le coscienze….

Scusate. Adesso prendo un bel respiro e mi riprendo, giuro! È che sospetto di essere un pochino arrabbiata anch'io, adesso. O forse in realtà lo sono sempre stata.
Torniamo a concentrarci sull'argomento all'ordine del giorno, vi va? Ripetete con me: la recensione di “Sadie”, la recensione di “Sadie”, la recensione di “Sadie”...
Provate a immaginare la protagonista di questo romanzo come una sorta di via di mezzo fra le due donne al centro delle odissee narrate nei film “Un Gelido Inverno” e “Tre Manifesti a Ebbing, Missouri”. La narrazione procede su due binari: da un lato abbiamo i capitoli in prima persona, dal punto di vista della stessa Sadie; dall'altro le trascrizioni di un fittizio podcast creato da un certo West McCray, una trasmissione radiofonica che si propone di sbrogliare la matassa di bugie, tradimenti e mezze verità che si cela dietro la scomparsa della giovane donna.

Per come l'ho vissuta io, questo avvicendamento di stili e punti di vista si traduce in una tecnica molto particolare e interessante, che contribuisce a conferire uno strato supplementare di profondità e plausibilità agli eventi narrati nel romanzo. Non credo che una parte del libro avrebbe potuto esistere senza l'altra. Senza contare il fatto che i capitoli del podcast aiutano anche molto il lettore a inquadrare per bene il tempo e i luoghi specifici della storia.

Il ritmo di “Sadie” è talmente incalzante e serrato da non concederti tregua. Seriamente: rassegnatevi al fatto che, una volta iniziato, non riuscirete più a mettere giù questo libro. Perfino quando un filo di bile inizierà a risalirvi lentamente lungo le pareti dello stomaco, vorrete continuare a divorare una pagina dopo l'altra... Anzi, probabilmente soprattutto a quel punto.
È un bel libro, “Sadie”. Rivolto agli adolescenti, agli adulti, ai pensionati ospiti nelle case di riposo; a chiunque abbia a disposizione un orecchio per ascoltare e una mente per capire. Probabilmente la parola “thriller” non è nemmeno l'espressione più adatta a descriverlo. Quello che so per certo è che, a tratti, il libro della Summers rasenta un romanzo dell'orrore.

Sono molto felice di averlo letto. Anche se mi ha fatto pensare, anche se a volte mi ha fatto stare male; anche se in un’occasione o due è riuscito a farmi vergognare – della mia vita privilegiata, della mia ignoranza, della mia mancanza di spina dorsale. La Summers ha questo modo di scrivere particolare, come se volesse scavarti una trincea dentro; annidarsi lì, col fucile spianato, un elmetto calcato in testa e la fronte aggrottata, e assicurarsi che tu tenga sempre bene a mente i centomila motivi per cui non potrai - non dovresti - mai permetterti il lusso di convincerti che la guerra sia finita e che questo sia il miglior mondo possibile.
I mostri sono là fuori. Stanno già mietendo il loro raccolto. Fino a quando non riusciremo a trovare il coraggio di guardare la verità negli occhi - fino a quando continueremo a proteggere i colpevoli e a isolare le vittime - state pur sicuri che vinceranno loro...

Non intendo spoilerarvi niente a proposito del finale; ci tenevo solo a dire che le ultime pagine di "Sadie" sono riuscite a sconvolgermi ancor più di un certo colpo di scena all'interno della novella "Please Remain Calm"... il che, fidatevi, vuol dire tutt'altro che poco!






4 commenti:

  1. Sono a pagina duecento. Mi sta piacendo, ma un po' meno del previsto. Confido nel gran finale. :)

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    1. Uh, spero proprio di sì, Mik! :)
      Poi passerò a leggere il tuo giudizio definitivo! ^_____^

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  2. L'ho comprato a scatola chiusa per le bellissime recensioni sul web, speriamo bene!

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    1. Spero che ti piacerà, allora, Autumn! :D
      Secondo me la Summers è davvero brava... Spero che un giorno qualche casa editrice italiana si decida a tradurre anche il resto dei suoi libri! ^^

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