giovedì 3 giugno 2021

Recensione: "Malice", di Heather Walter

 

Potete acquistarlo QUI in inglese

Malice, Vol. 1


La trama

"C'era una volta una strega cattiva che, in un atto di estrema crudeltà, decise di maledire una stirpe di principesse e condannarle a morire. Una maledizione che potrebbe essere spezzata soltanto dal bacio del vero amore.

Avete già sentito questa storia, non è vero? Un affascinante principe. Il lieto fine.

Quante idiozie!

Lasciate che ve lo dica, a Briar quello che accade alle sue principesse non importa a nessuno. Non nel modo in cui alla gente importa dei suoi gioielli, delle feste elaborate e degli elisir che ingolla per preservare la propria bellezza. 

Pensavo che non importasse neanche a me. Finché non l'ho incontrata.

La Principessa Aurora. L'ultima erede al trono di Briar. Gentile. Meravigliosa. La futura regina di cui il regno ha bisogno. Una a cui non interessa se sono Alyce, la Grazia Oscura, la fonte del disprezzo e del terrore di tutti. Il potere che mi scorre nelle vene riempie la gente di spavento, ma Aurora crede che dovrei andare fiera dei miei doni. Lei dice che... che le importa di me. Ma fra un anno la maledizione la ucciderà, ponendo fine a qualsiasi speranza per il futuro io abbia mai potuto avere. 

Voglio aiutarla. Se un potere simile al mio ha creato la sua maledizione, allora forse io sarò in grado di spezzarla. Forse, insieme, riusciremo a forgiare un mondo nuovo...

Ah, ancora idiozie!

Perché sappiamo tutti come finisce questa storia, vero? Aurora è la bellissima principessa, e io...

Io sono la strega cattiva."


La recensione

Ho finito di leggere “Malice” soltanto poche ore fa e mi sento ancora leggermente esaltata/ scombussolata, soprattutto per via di quell’incredibile finale. Ma adesso cercherò di fare un po’ di chiarezza, e magari di farvi capire meglio di cosa parla questo libro e fino a che punto io l’abbia adorato.

Tanto per cominciare, non posso credere che Heather Walter sia un’esordiente. O meglio, posso, perché i primi cinque o sei capitoli di questo suo sorprendente retelling della fiaba de “La Bella Addormentata nel Bosco” presentano un vasto campionario di “difetti” tipici degli autori alle prime armi: infodump, stile esplicativo, esigenza di spiattellare 155 anni di retroscena e sistema politico-sociale di un mondo nell’arco di 25 pagine eccetera eccetera.

A sorpresa, però, la Walters riesce a lasciarsi rapidamente alle spalle la maggior parte di questi limiti e a trasformare il suo “Malice” in una storia dal taglio vivace e passionale, infinitamente ricca di sfumature e di originalità. Un romanzo intriso di temi d’attualità, sullo sfondo di una cornice fiabesca e inquietante, fra riferimenti al femminismo e serrate critiche alla cultura del body shaming.

Voglio dire… non per niente, il suo libro è il primo YA che riesce a emozionarmi da 10 mesi di letture a questa parte. Scusate se è poco.

La protagonista e voce narrante di “Malice” è una giovane Vila (cioè, una sorta di fata oscura) di nome Alyce. L’ho trovata fantastica, un’autentica boccata d’aria fresca. Cioè, a volte Alyce risulta un po’ ingenua, non mi fraintendete; e queste sporadiche concessioni ai suoi risvolti da “Cenerentola-relegata-in-cantina-con-i-topi” risultano forse un tantino eccessive. Eppure, al tempo stesso, ho adorato la sua ambiguità morale, la sua resilienza, l’assurda complessità dei rapporti che intrattiene con il 99% dei personaggi, soprattutto quelli femminili – compresa Rose, la sua bastardissima fata rivale dai vaporosi boccoli rosa.

Ancora più di Alyce (chi l’avrebbe mai detto?), ho apprezzato Aurora, principessa vessata da un maleficio che spinge i suoi genitori a gettarla fra le braccia di qualsiasi sconosciuto di sangue reale le si pari davanti. Non intendo riaprire la sterile polemica della questione del bacio di Biancaneve a Disneyland (soltanto ripensare a tutto quel ridicolo polverone mi mette il mal di pancia…), ma è stato interessare notare come, nel libro della Walter, il concetto di “bacio non consensuale” sia stato portato all’estremo e ribadito in tutta la sua crudezza: in “Malice”, Aurora è una donna forte che deve sopravvivere, giorno dopo giorno, a un triliardo di molestie ufficialmente consentite dalle legge. Gli uomini fanno a gara per baciarla fin da quando aveva cinque anni, infischiandosene della sua infanzia e della sua opinione; ufficialmente, tutto questo avviene per effettuare il fantomatico test del vero amore, certo… ma, in realtà, il tutto non fa che confermare una visione universalmente condivisa: una principessa è prima di tutto un oggetto, un grazioso ornamento da sfoggiare, coccolare o punire a piacimento.

Perché il regno di Bryar è un posto incredibilmente frivolo, insipido e crudele, un luogo in cui i nobili giocano con la magia a scopi puramente ricreativi, per spianarsi le rughe dalla faccia e spargere zizzania fra i propri pari. Nel frattempo, il popolo muore di fame, le Grazie (cioè le fate dispensatrici di incantesimi) vengono schiavizzate e spolpate fino all’osso, e una giovane strega di nome Alyce languisce in un antro oscuro, circondata dallo sdegno e dall’odio di un popolo che riesce a giudicarla soltanto in virtù dei suoi capelli unti e del suo incarnato malsano.

Dico, vi ricorda qualcosa? Qualche altro posto in cui nascere donna equivale più o meno a dire "fregata in ogni caso"? XD

In ogni caso, non riesco neanche a spiegarvi il sollievo, la gioia che ho provato, nel leggere un romanzo per ragazzi la cui protagonista corrisponde a tutti questi requisiti: a) femmina; b) queer; c) tutt’altro che bellissima; d) né dolce come lo zucchero filato, né malvagia quanto la Legge Levi, ma un’interessante e robusta combinazione fra i due estremi.

Come bonus supplementare, manco a dirlo, ci becchiamo una storia d’amore che raggiunge davvero dei picchi dei dolcezza e autenticità inaspettati.

Anche a livello di intreccio,“Malice” fila come un treno. Malgrado le sue quasi 500 pagine, la trama scorre e ti si infila sotto la pelle come una scheggia; per riuscire a rimuoverla, bisognerà mandar giù il finale… ma vi avverto: lo “strappo” definitivo potrebbe comportare un colpo al cuore e ben più di qualche lacrima!

Ora… l’inizio del romanzo, come dicevamo, è lento. Per capire il valore di questo romanzo, bisogna superare lo scoglio delle prime 100 pagine e accettare il fatto che, in qualità di YA, “MaliceNON farà a brandelli ogni singola convenzione inerente al genere.

Ma ne truciderà abbastanza, fidatevi.

Se amate i retelling, il film “Maleficent”, le storie di fate e libri come “The Midnight Lie” di Marie Rutkoski, leggete “Malice”.

Soltanto l’anno scorso, Kalynn Bayron ci ha regalato un impeccabile e divertente retelling in salsa f/f di “Cenerentola. Lo stesso ha fatto la Walter all’inizio di questo 2021, firmando uno dei più tragici, anticonvenzionali e sfumati retelling de “La Bella Addormentata nel Bosco”.

A questo punto, posso soltanto aspettare l’avvento del sequel (perché, sì, “Malice” è soltanto il primo volume di una duologia… per fortuna!) e continuare a domandarmi… quando toccherà a Biancaneve e Riccioli d’Oro? ;D

 

 Giudizio personale:

8.5/10





2 commenti:

  1. Sono contenta che ti sia piaciuto, ma non credo che sia nelle mie corde... ultimamente i retelling più che delle fiabe li cerco della mitologia XD

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    Risposte
    1. Grazie mille, Kate! ^^
      Bè, ma allora sei fortunata: questo è un periodo fortunato per i retelling a sfondo mitologico, soprattutto quelli ispirati alle vecchie leggende greche... Ne usciranno sempre di più, nel corso dei mesi a venire :)

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