mercoledì 28 luglio 2021

Recensione: "House of Hollow", di Kristal Sutherland

Potete acquistarlo QUI in inglese

"Iris Hollow ha diciassette anni, ed è sempre stata strana. Qualcosa di misterioso è accaduto a lei e alle sue sorelle, quando erano bambine; qualcosa che nessuna di loro riesce a ricordare, ma che ha lasciato in dono a ciascuna di loro un'identica cicatrice a forma di mezzaluna, proprio alla base della loro gola. Iris ha trascorso la maggior parte della sua adolescenza cercando di evitare la stranezza che tende ad appiccicarsi alla sua pelle come uno strato di catrame. Ma quando sua sorella maggiore, Grey, svanisce in circostanze misteriose, spetta a lei districare il mistero... a cominciare da un uomo munito di corna che sembra determinato a braccarla dappertutto, da un corpo piovuto giù dalla soffitta di sua sorella, e da una serie di ricordi raccapriccianti, terribili, che stanno appena cominciando a riaffacciarsi alla sua memoria. E se ricostruire l'esatta natura di quello che accadde tanti anni prima fosse l'unico modo per trovare Grey? E se svelare il segreto di sua sorella finisse per costare ad Iris... ogni cosa?"



Quest’anno, l’autrice di “I nostri cuori chimici” ci ha regalato uno dei più inquietanti e indimenticabili romanzi horror YA che abbia mai letto…

Con il suo “House of Hollow”, infatti, Krystal Sutherland firma un libro per ragazzi straordinario e deliziosamente dark; una squisita (e macabra) storia di formazione incentrata sull’odissea delle misteriose sorelle Hollow.

Iris, Gray e Vivi erano tre bambine felici, ubbidienti e normalissime, prima di svanire nel nulla.

Eppure, alla loro mamma è bastato distrarsi un secondo  ̶  allo scoccare della mezzanotte del nuovo anno  ̶  per perderle di vista e dare inizio all’incubo.

Svanire nel nulla in una buia strada di Edimburgo, senza lasciarsi alle spalle alcuna traccia, a pochi passi da un antico complesso di rovine. Per le sorelle Hollow, avrebbe potuto essere la fine della storia; invece, in più di un senso, questo è stato soltanto l’inizio…

Perché, un mese dopo la loro scomparsa, le tre bambine sono magicamente riapparse, peraltro nello stesso vicolo che aveva visto il terzetto svanire per la prima volta.

I genitori gioiscono, l’opinione pubblica esplode in un coro di trionfo... eppure, qualcosa non va.

Perché le ragazze sembrano… diverse.

Ma cosa c’è che non va in loro, esattamente?

I loro occhi sono diventati neri come una notte di inverno; i capelli, un fascio di nastri d’argento. E per quale motivo il loro appetito insaziabile sembra destinato a non placarsi mai?

Ma soprattutto... perché, ovunque si rechino, una scia di prodigi, magia e desiderio sembra destinata a stravolgere le vite di chiunque entri in contatto con loro?

Se il body horror vi affascina, e l’antico mondo della mitologia celtica non manca mai di intrigarvi, credo che dovreste assolutamente concedere una possibilità a “House of Hollow”. Dal punto di vista di genere e tematiche, il romanzo di Krystal Sutherland mi ha ricordato molto “Wilder Girls”; eppure, a differenza dell’opera prima di Rory Powell, “House of Hollow” riesce a evitare senza sforzo di incepparsi nelle proprie meccaniche adolescenziali, e a offrire anzi ai suoi lettori una trama incalzante, ipnotica e perfettamente bilanciata.

La componente psicologica rappresenta il perno attorno al quale ruotano tutti gli altri ingredienti. Non mi fraintendete: l’immaginario di Sutherland è fantastico (qualcosa sulla falsariga di “Il cigno nero incontra le opere di Junjii Ito”) e i brandelli di folclore non fanno altro che rafforzare l’ossatura di questa struggente, dolceamara, indimenticabile favola nera.

Ma credo che ad ammaliare il lettore provveda soprattutto l’ottima caratterizzazione delle tre protagoniste. Grey, in particolare, è un personaggio ambiguo, fantastico e assolutamente irresistibile. Una presenza magnetica e surreale, che sembra saltata fuori direttamente dalle illustrazioni che corredano i testi di un antico libro di leggende; un po’ fata, un po’ strega, un po’ trickster… al 100% leonessa, determinata a proteggere con le unghie e con i denti le sue due “cucciole”, le sorelle minori Vivi e Iris.

E, in effetti, in “House of Hollow” la voce narrante appartiene proprio a Iris, la sorella più giovane. Una scelta che, in fondo, si rivela quasi obbligata, dal momento che Iris è quel tipico personaggio “di compromesso”, strano-ma-non-troppo, che permette al lettore di calarsi comodamente all’interno dell’atmosfera e ammorbidire, nel modo più indolore possibile, il confine che separa il nostro scetticismo contemporaneo dalla totale sospensione di ogni incredulità.

Sia Vivi (una rockstar dal temperamento aggressivo e il corpo ricoperto di tatuaggi), sia Gray, risultano infatti comprimarie molto più estreme, affascinanti e singolari di Iris. Ma se Sutherland non ci avesse concesso il filtro di una narratrice (relativamente) normale, probabilmente l’atmosfera surreale e onirica di “House of Hollow” ci avrebbe ingoiato prima ancora di arrivare al punto in cui un uomo dal petto imbrattato di rune e dalla faccia coperta dal teschio putrefatto di un toro comincia a inseguire le nostre eroine per le strade di mezza Londra! XD

Senza tralasciare il fatto, ovviamente, che lo stile vivido, coinvolgente e magnetico di Sutherland è esattamente quello che permette alla maggior parte delle scene di questo libro di incendiare la tua immaginazione e farti schizzare il cuore alle stelle.

A conti fatti, l’epilogo è stato l’unico elemento di “House of Hollow” ad avermi lasciato con un po’ di amaro in bocca; un’appendice insulsa che mette inutilmente a repentaglio, secondo me, la brutale temerarietà del finale, uno dei più disturbanti e coraggiosi in cui mi sia mai imbattuta in un libro per ragazzi.

Se amate i romanzi di Holly Black (ma ne avete abbastanza del suo buonismo e delle sue ship monopolizzanti), i portal fantasy alla Seanan McGuire e i film horror in stile “Thelma”, leggete “House of Hollow”, insomma!

Qualcosa mi dice che non ve ne pentirete! ;D




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