domenica 27 settembre 2015

Orphan Black - Terza Stagione



"Orphan Black", ovvero "L'Incredibile Odissea dei Cloni high-tec secondo Tatiana Maslany", atto terzo.
Mi avevano avvertito del fatto che questa nuova stagione si sarebbe rivelata un po' sottotono, e si trattava di ammonimenti accorti.
La formula rimane (apparentemente) la stessa di sempre - un cocktail a base di adrenalina, segreti, villain da cartone animato, humor graffiante e pseudo-scienza d'alto livello - ma appare chiaro sin dai primi episodi che, stavolta, alla formula collaudata viene anche a  mancare qualcosina.
O forse gli ingredienti sono stati semplicemente annacquati per tirarla per le lunghe e cercare di indovinare dove i destini dei vari personaggi potrebbero andare a parare nel corso dei prossimi trecentomila episodi.


Ora, non mi fraintendete: "Orphan Black" fa parte delle mie tradizioni estive, e mi considero abbastanza affezionata ai personaggi da curarmi di loro, e sentirmi incline a perdonare un paio di scivoloni o brusche cadute di tensione.
Ma devo pure essere imparziale, o quantomeno provarci.
Questa terza stagione vanta pochi momenti memorabili, secondo me. Nell'ordine, credo che possiamo contare su un paio di episodi centrali carini, sulla commozione dovuta all'addio a uno dei personaggi "storici" della serie, e sull'evoluzione di Delphine (Evelyne Brochu), che insieme a Felix (Jordan Gavaris), Siobhan (Maria Doyle Kennedy) e Donnie (Kristian Bruun) in pratica rappresenta il 10% dei personaggi che non portano la faccia della Maslany.


La personalità della Regina dei Ghiacci francese comincia infatti a slittare sempre più percettibilmente oltre il confine che separa una normalissima ragazza un po' svitata da una giovane donna affetta da gravi psicosi gelose manipolative-ossessivo-distruttive, combinate con ambizioni da martire, sguardi glaciali, tendenze violente e contraddittorie manovre in stile "ti lascio-ti amo- ti ammazzo", le quali, sulla mente delle persone più allocche (tipo me o Cosima...) riescono sempre a esercitare qual certo fascino irresistibile da occhi a cuoricino e farfalle nello stomaco.
Tanto spazio concesso anche a Donnie in questa stagione, il bonario (ma neanche troppo) marito teddy-bear di Alison. È chiaro che gli sceneggiatori stanno facendo del proprio meglio per presentarci questo personaggio sotto una luce simpatica e affascinante. Vi dirò, non trovo che questi sforzi siano necessari: a me Donnie piaceva già ai tempi della prima stagione, quando ancora non si capiva bene cosa volesse fare da grande, ma ciò non toglie che le sue gag sembrino un po' forzate, molto ben studiate a tavolino, a volte.


Già che siamo in tema, parliamo anche di Alison, la più vistosa delusione della stagione.
La sua corsa politica e i suoi traffici di stupefacenti riescono a confermarsi fra i momenti più noiosi e stereotipati. Le sue ambizioni sfrenate la fanno salire  al secondo posto del podio che incorona i personaggi delle cui industriose occupazioni illegali a noi spettatori non potrebbe importare meno manco se fuori diluviasse (il primo posto in assoluto spetta alla Piper Chapman di "Orange is the new black", si intende: ché per battere uno spaccio illecito di mutande sporche, ce ne vuole, eh...).
Helena invece è diventata la tenera (e sanguinaria) mascotte della famiglia di cui è impossibile fare a meno, e la adoro come sempre, anche se non posso evitare di chiedermi quando tornerà ad assumere un ruolo più centrale all'interno della trama.

In quanto a Sara, la protagonista assoluta dello show... da una parte ho apprezzato i suoi disperati tentativi di auto-eleggersi protettivo capofamiglia della scatenata "clones band", dall'altra vorrei tanto che ogni tanto ci si scostasse un po' dal solito schema ripetitivo del "qualcuno ha cercato di scompigliare i capelli a  Keira e quindi è lecito cominciare a berciare a destra e a manca come una scimmia infuriata!", perché è una routine che ha cominciato a venirmi un po' a noia.
E non me posso più neanche di sentirla sbraitare (insieme a Felix, a Cosima e a una buona metà degli altri...) ogni volta che quella poveretta di Delphine è costretta a prendere misure drastiche per risolvere un qualche casino che loro hanno combinato, quando è chiaro che sono proprio lei e Paul (Dylan Bruce) gli unici personaggi ad aver conservato un minimo di sale in zucca nel corso delle tre stagioni.

In quanto alle abilità recitative della Maslany, sapete tutti come la penso.
Tatiana è un piccolo genio, ed è bravissima a farti dimenticare che interpreta lei una buona parte dei personaggi della serie, incluso lo scorpione-totem di Helena.
Ari Millen se la cava benino nel prestare volto e fattezze alla scuderia maschile dei cloni del progetto Castor, ma dopo un po' i suoi soldatini cominciano a sembrarti tutti uguali, cosa che ti aiuta solo ad apprezzare il vivace istrionismo della Maslany ancora di più...




5 commenti:

  1. Terza stagione così così, ma la Maslany sì, regge tutto.
    E Millen, per quanto convincente, perde clamorosamente il confronto con lei.

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    1. Troppo vero...
      Spero che la Maslany riesca a porre le basi per una buona carriera con "Orphan Black", anche per il futuro, perché se lo merita di certo! ^___^

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    2. Speriamo, anche se quando il personaggio è così grande (in questo caso, i personaggi!) è difficile scollarselo di dosso. Tante star del piccolo schermo, purtroppo, non hanno poi un seguito. Speriamo non sia il caso della nostra Tatiana. ;)

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  2. È sicuramente tra le serie che dovrò recuperare appena troverò un po' di tempo!

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    1. E' una serie molto divertente, fede, secondo me, e vanta un'attrice protagonista dal talento davvero insospettabile.
      Spero che ti piacerà, attenderò di scoprire le tue impressioni! ;D

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