giovedì 5 settembre 2019

Recensione: "Middlegame", di Seanan McGuire (fantasy, 2019)

migliori libri fantascienza 2019 - Middlegame - Seanan McGuire

Middlegame, Vol. 1

Potete acquistarlo QUI in italiano


"Ecco a voi Roger. Dotato di un'estrema abilità con le parole, le lingue straniere non hanno alcun segreto per lui. Riesce a capire istintivamente come funzionano le parole attraverso il potere delle storie.
Ed ecco a voi Dodger, sua sorella gemella. I numeri sono il suo mondo, la sua ossessione, il suo tutto. Qualsiasi cosa sia in grado di capire, viene elaborata e interpretata attraverso il potere della matematica.
Roger e Dodger non sono esattamente umani, sebbene nessuno dei due ne sia proprio consapevole. Non sono nemmeno esattamente delle divinità; non proprio. Non del tutto. Non ancora.
Ecco a voi Reed, esperto nelle arti alchemiche, come la sua creatrice prima di lui. E' stato Reed a creare Roger e Dodger. Non è il loro padre. Non proprio. Ma ha un piano: fare in modo che i gemelli riescano a ottenere i pieni poteri, e ascendere insieme a loro, in modo tale da reclamare la loro autorità per se stesso.
Diventare degli dei sulla Terra è possibile.
Pregate che non accada."


Ogni libro di Seanan McGuire/Mira Grant è un regalo. Non so se questo sia un assioma valido per ogni lettore; si tratta senz’altro di una sacrosanta verità cosmica universale per me.
Se fosse stato qualcun altro a scrivere “Middlegame”, probabilmente non l’avrei mai letto. La trama, per una volta, non mi suggeriva nulla di particolare. Il fatto che la maggior parte delle recensioni straniere evidenziasse l’importante ruolo svolto dalla matematica ai fini dello sviluppo dell’intreccio non aiutava; dopotutto, per me i numeri sono sempre stati una spina nel fianco, una croce, una fonte di frustrazione da sopportare a forza di denti digrignati e imprecazioni sussurrate.
Ma cosa posso dire? Amo la McGuire con tutto il cuore; adoro il modo in cui scrive, l’impeccabile equilibrio fra il suo slancio poetico e quella sorta di lucido, spietato raziocinio sullo sfondo della sua acuminata mente scientifica. Amo il modo in cui ragiona; la sua capacità di stupirti e di emozionarti e di meravigliarti, senza per questo rinunciare a trattare temi d’attualità e trasmettere messaggi importanti.

Middlegame” è stato definito da molti come il suo progetto più eccentrico; il più caotico, il più imprevedibile, il più roboante, il più ambizioso. Cercare di descrivere questo libro in poche parole è quasi impossibile: suppongo che in questo caso dovrete semplicemente fidarvi della mia parola, e accettare come un dato di fatto la sua natura straordinaria. Il punto è che questo libro sembra congegnato apposta per stupire e sbalordire, cogliere alla sprovvista e strabiliare, divertire, spaventare ed emozionare. Non che non abbia la sua bella dose di difetti, beninteso. Una sconcertante discontinuità nel ritmo e un leggero senso di straniamento nei confronti dei due (strambi) gemelli protagonisti del libro possono sicuramente essere annoverati fra i più vistosi. I frequenti “sbalzi” di prospettiva, da un punto di vista a un altro e a un altro ancora, per poi tornare precipitosamente al punto di partenza, a tratti mi hanno un po’ disorientato. E personalmente credo che alcune dinamiche particolari fra i personaggi siano stati tirate troppo per le lunghe, a suon di ripetizioni e dialoghi forzati, generando a tratti un vago e pacato senso di sconforto.

Eppure, ragazzi, credetemi: “Middlegame” contiene al suo interno talmente tante sorprese, talmente tanti “trucchi” e suggestioni, ombre e miracoli, sentimenti e twists sbalorditivi! Provate a considerarlo, se ci riuscite, come una sorta di “Cuori in Atlantide” mescolato a “Stranger Things”, mescolato a “Every Heart a Doorway”, mescolato a “Life is Strange” e a “La Torre Nera”, a “Puella Magi Madoka Magica” e a “Il Mago di Oz”. C’è un po’ di tutto qui dentro, sul serio; e la Mcguire (che sforna regolarmente dai quattro agli otto libri all’anno, oltre a scrivere una serie regolare per la Marvel, oltre a partecipare a una quantità spropositata di antologie tematiche, oltre a inventarsi pseudonimi con i quali pubblicare nuove opere a ogni piè sospinto…) riesce a padroneggiare questi elementi con l’agilità di un’acrobata, la forza di un vulcano e la grinta implacabile di un carro armato determinato a portare a termine la sua missione a qualsiasi costo.

Non credo che esista un’autrice, in tutto il mondo, capace di parlare in maniera più efficace e relazionabile di come ci si sente a essere (o a essere stati) bambini “speciali” e diversi in una società che si rifiuta anche solo di accettare il fatto che i bambini – in quanto individui – possano essere effettivamente diversi e speciali. Non sono sicura di riuscire a spiegarvi bene questa cosa. Gli adulti a volte si dimenticano di quanto possano essere spietati i ragazzini con chi si rifiuta (o si dimostra incapace, per qualsiasi ragione) di adeguarsi alle leggi del branco e di comportarsi in un modo che i loro leaders reputino “accettabile”. Questo genere di adulto preferisce prendersela con il bambino in questione; lo sgrida, gli instilla un angosciante senso di colpa, lo sprona continuamente a cercare di comportarsi in maniera più "normale" e appropriata.
Eppure questa non è una cosa che io potrò mai dimenticare; ed è come se la McGuire, attraverso “Middlegame”, attraverso ogni singolo libro della serie “Wayward Children”, riuscisse in qualche modo a comunicare con quella piccola parte di me che non è ancora riuscita a guarire del tutto da quelle antiche ferite; a raggiungere quella bambina taciturna e ombrosa e disperata e a sussurrarle nell’orecchio: “Va tutto bene. No, non sei sola. Hai passato un brutto momento e hai pianto e ti sei quasi rovinata, ma ora è passata. Smetti di pensare che sia stata colpa tua. Smetti di piangerti addosso e impara ad aiutare gli altri, quelli che sono come te, quelli che altrimenti non aiuterà nessuno.”

Forse è per questo che ho preferito il personaggio di Dodger a quello di Rodger, e di gran lunga. Quasi sicuramente è per questo che ho adorato Erin – un’anti-eroina con i controfiocchi, semmai ne è esistita una. Per Roger, ragazzo prodigio dall’incredibile affinità per le lettere e la linguistica, trovare un posto nel mondo e inserirsi nella società non si rivela certo facile, all’inizio. Ma per Erin e Dodger? Due ragazze geniali, ciascuna nel suo campo, dotate di un talento incredibili e di una lacerante, spassionata dedizione nei confronti di ciò che sono state create per essere? Le regole sociali prevedono delle eccezioni, a volte; un ragazzo bravo in una qualsiasi materia scientifica può dimostrarsi eccentrico e lunatico finché vuole, e aspettarsi comunque una possibilità di cadere in piedi, alla fine del sentiero. Ma una donna?! Una ragazza è considerata “strana” quando dice di non volersi sposare. Ha qualcosa di “sbagliato” se si azzarda a confessare di non volere figli. E di sicuro non viene incoraggiata – mai – a contraddire chi si aspetta di esserle superiore, anche quando quel qualcuno ha dimostrato palesemente di non essere in grado di distinguere la Luna dal proprio fondoschiena.
Non è una situazione alla pari, insomma.
Non lo è e basta.

Un altro elemento che ho apprezzato di “Middlegame” sono i “cattivi”. I villains di questo romanzo sembrano saltati direttamente fuori da un incubo di Stephen King. Leigh è il Male incarnato (e al tempo stesso, è il mostro di Frankenstein nella sua forma più perversa e deturpata, una creatura fatta di carogne e violenza e frammenti di innocenza in putrefazione…) e l’alchimista Reed simbolizza praticamente il concetto di Arroganza per antonomasia. Un discorso a parte andrebbe fatto per la Baker, personaggio suggestivo ma enigmatico, di cui mi avrebbe francamente piacere sapere molto di più.

Per la cronaca, già che ne stiamo parlando: il finale di “Middlgame” lascia in sospeso diverse questioni, per cui non credo si possa escludere del tutto l’ipotesi di un sequel. Ma la vera domanda a questo punto è: quando arriveranno i libri della McGuire in traduzione anche in Italia?
Nemmeno un secondo troppo presto, cari amici e amiche lettori.
Anzi, a questo punto, direi che i nostri editori possono considerarsi già abbondantemente in ritardo





Giudizio personale:
8.0/10


NB: L'universo di "Middlegame" vi ha stregato? Adesso potete leggere anche "Over the Woodward Wall", il libro fantasy per bambini scritto dalla grande alchimista A. Deborah Baker!! ;D


4 commenti:

  1. Ogni volta che leggo una tua recensione la mia WL si allunga, soprattutto in quelle come questa, dove si sente quanto ti sia piaciuto.
    E poi questo libro pare davvero stranissimo - che è sempre un bene.
    Da persona che con la matematica ha avuto un rapporto traumatico, è davvero così importante per la lettura?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ho sperimentato lo stesso tipo di "trauma" anch'io, Kate, quindi direi che ti capisco benissimo (a posteriori, credo di aver frequentato la Facoltà di Lettere proprio per non dover correre mai più il rischio di imbattermi in qualche equazione, ehehe! XD).
      Comunque, in "Middlegame" la matematica svolge un ruolo molto importante, ma anche molto "generico", per fortuna: nel senso che la protagonista femminile ha un cuore che batte solo per cifre, numeri e frazioni, ma a noi lettori fortunatamente non viene mai richiesto di scendere troppo nel dettaglio. E' un po' come succedeva in "A Beautiful Mind", per capirci; la matematica alla resa dei conti ci viene presentata solo nella sua forma più affascinante (in quanto chiave di lettura per imparare a comprendere meglio la realtà che ci circonda...), senza per questo costringerci a seguire troppo da vicino i ragionamenti contorti o particolarmente astrusi che si rincorrono nella mente dei personaggi! ^____^

      Elimina

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...