lunedì 11 novembre 2019

Recensione: "Gods of Jade and Shadow" di Silvia Moreno-Garcia


libri fantasy 2019 - retelling - divinità maya - paranormal romance

Disponibile in inglese

Potete acquistarlo QUI

"L'era del Jazz è in pieno svolgimento, ma Casiopea Tun è sempre troppo occupata a strofinare i pavimenti della magione del suo ricco nonno per avere il tempo di ascoltare della buona musica. Eppure la ragazza sogna una vita lontana da quella polverosa cittadina del Messico del sud. Una vita da poter chiamare sua.
Eppure questa nuova vita sembra distante come le stelle, almeno fino al giorno in cui non trova una curiosa scatola di legno nella stanza di suo nonno. Casiopea la apre - e libera accidentalmente lo spirito del dio della morte dei maya, che le chiede di aiutarlo a riconquistare il suo trono, usurpato dal suo insidioso fratello gemello. Il fallimento costerebbe alla ragazza una prematura dipartita - ma il successo garantirebbe ai suoi sogni di avverarsi.
In compagnia dell'affascinante divinità, e armata soltanto del proprio ingegno, la giovane parte per un'avventura che la porterà ad attraversare il Paese, dalle giungle dello Yucatan alle luminose strade di Mexico City... e giù in profondità, nell'oscurità dell'aldilà dei maya."


"Gods of Jade and Shadow" è un libro fantasy scritto dall'autrice messico-canadese Silvia Moreno-Garcia.
Il romanzo, basato su un frammento di mitologia maya, è ambientato negli anni Cinquanta, in Messico, e rappresenta una sorta di libera reinterpretazione dei passaggi tradizionali di un'antica leggenda.

Posso assicurarvi questo: quella della Moreno-Garcia è un'opera che ha riscosso molto successo in patria - soprattutto fra i membri della stampa, ma non solo - e sospetto che riuscirà a incontrare il favore di chiunque abbia amato visceralmente libri come "Circe" o "American Gods". Il folclore è affascinante e l'ambientazione magnifica; a costo di sembrare banale, vi confesserò che leggere "Gods of Jade and Shadow" ha fatto salire oltre ogni dire il mio onnipresente desiderio di correre a rivedere "Coco", uno dei film Disney-Pixar più commoventi e colorati degli ultimi anni.

Purtroppo, sono altri punti di vista, questo romanzo ha rappresentato per me una sorta di delusione.
Personalmente l'ho trovato un filino stucchevole, per non dire fiacco o sottotono... ma forse avevo iniziato semplicemente a nutrire una serie di aspettative un po' troppo esagerate nei suoi confronti, chissà.
Tenete presente che, sotto certi aspetti, la trama di "Gods of Jade and Shadow" potrebbe quasi far pensare a un retelling della storia di Cenerentola mescolata al mito di Ade e Persefone.
Non è così, perché la Moreno-Garcia ha attinto a fonti completamente diverse per il suo libro; eppure gli elementi costitutivi dell'intreccio presentano indubbiamente un certo grado di affinità con le due "fiabe nere" che abbiamo appena citato.

L'autrice mette infatti a nostra disposizione: una protagonista dall'indole mite e sognatrice che, alla morte del padre, finisce alla mercé di un parentado schiavista e profittatore; una sfida fra tetre e ultraterrene divinità della Morte; una storia d'amore impossibile corredata da un pericoloso viaggio fra le rive affollate dell'Aldilà.
Tutto ciò potrebbe indurvi a ipotizzare la presenza di un intreccio rocambolesco, di cartooneschi villains dallo sghignazzo facile e di un'avventurosa trama infarcita di colpi di scena. Vi assicuro che non è così: la narrazione di "Gods of Jade and Shadow" procede sempre in un modo molto sobrio e lineare, assecondando rigidamente le fasi della tipica struttura "a tappe" di qualsiasi fiaba della nostra infanzia.

La Moreno-Garcia è una narratrice scaltra ed equilibrata, e le scelte che compie vanno senz'altro giustificate nell'ottica di un progetto specifico e ben delineato.
Se i personaggi di "Gods of Jade and Shadow" mi sono sembrati piatti, monodimensionali, a tratti quasi caricaturali, probabilmente è accaduto soprattutto perché la scrittrice ha consapevolmente cercato di evitare di infondere in loro dei tratti personali, delle caratteristiche specifiche che avrebbero potuto rischiare di sottrarre loro qualcosa in termini di universalità e versatilità "fiabesca".
Non sono una grande fan di questo genere di storia - libri in cui i protagonisti sono così abbozzati e archetipici da permettere a chiunque di identificarsi in loro, di solito finiscono con il tagliarmi fuori e precludermi qualsiasi possibilità di fruizione emotiva - ma posso quanto meno riconoscere alla Moreno-Garcia la validità dell'intento.
Devo anche evidenziare la potenza stratosferica dell'effetto narcotico che i dialoghi di questo libro sono riusciti a esercitare su di me, però; e già che ci sono, sottolineare l'assenza quasi totale di sequenze non descrittive in grado di catturare il mio interesse.

Già, perché, alla resa dei conti, secondo me il più grande pregio che "Gods of Jade and Shadow" possa vantare è proprio quello di riuscire a offrire ai suoi lettori un affresco variopinto, vivace e convincente di un'epoca storica che non molti autori sino a qui hanno scelto di raccontare.
Ricordo che, durante la lettura, non riuscivo a fare a meno di mormorare fra me e me: "questo libro piacerebbe da impazzire a Libba Bray, speriamo che lo legga!", e penso che un qualsiasi estimatore de "La Stella Nera di New York" riuscirebbe a capire all'istante di cosa sto parlando.
Come storia di formazione (o, peggio ancora, come romanzo d'amore in sé per sé...), secondo me "Gods of Jade and Shadow" funziona molto meno, ma chiaramente si tratta come sempre di un'opinione del tutto personale! ;D


Giudizio personale:
6.0/10






Nessun commento:

Posta un commento

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...