venerdì 6 marzo 2020

Recensione: "The Unspoken Name" di A. K. Larkwood


miglioro libri fantasy 2020 - the serpent gate volume 1

Di prossima pubblicazione in Italia!

The Serpent Gate, Vol. 1

Potete acquistarlo QUI in inglese

"E se sapessi esattamente come e quando morirai?
Csorwe l'ha sempre saputo - allo scoccare del suo quattordicesimo anno di vita, salirà la scalinata sulla montagna, entrerà nel Santuario del suo dio oscuro, e guadagnerà il più onorevole dei titoli: sacrificio.
Ma il giorno della sua morte annunciata, un potente mago decide di offrirle un nuovo destino. Lasciare il Santuario con lui, e vivere. Voltare le spalle al suo fato e al suo dio per diventare una ladra, una spia e un'assassina - la spada più leale al servizio del mago. Per aiutarlo a rovesciare un governo e a riconquistare il suo seggio di potere.
Ma Csorwe imparerà presto che gli dei non dimenticano mai, e che se ti verrà concesso di vivere abbastanza a lungo, prima o poi verrai chiamata a pagare i tuoi debiti..."


"The Unspoken Name" è il libro d'esordio dell'autrice americana A.K. Larkwood.
Negli USA è stato accolto con grande entusiasmo dagli appassionati di narrativa fantasy, per cui diciamo che non vedevo l'ora di buttarmi in questa nuova, spericolata avventura... Tanto più che il romanzo presenta almeno un interessante punto di distinzione rispetto a tutte le altre uscite libresche del periodo più recente: nel mondo in cui la maggior parte della storia è ambientata, infatti, tutti i personaggi sono orchi, compresa la protagonista Csorwe!

"The Unspoken Name" è, a modo suo, un libro piuttosto singolare.
Per ambientazione e temi trattati, diciamo che mi ha ricordato un po' il bellissimo "Gideon The Ninth" di Tamsyn Muir (a sua volta di prossima pubblicazione in Italia, e recentemente candidato al Premio Nebula).
Con quel romanzo condivide anche il fatto, secondo me, di partire vagamente in sordina, per poi riuscire a compiere un balzo qualitativo megagalattico, in grado di travolgerti con una vera e propria tempesta di colpi di scena, emozioni e sentimenti.

Per scendere un po' più nel dettaglio (ma senza fare spoiler), vi dirò che la trama di "The Unsponken Name" comincia dalle parti de "Le Tombe di Atuan" (ma senza il simbolismo magnetico che arricchisce quell'indimenticabile capolavoro del genere), prosegue come il più classico dei romanzi di formazione in salsa fantastica, per poi ingranare la marcia e sconfinare abbondantemente nel capo del romanzo fantasy d'azione, magia e avventura.
Il mio beniamino Nicholas Eames ha dichiarato di aver amato questo libro alla follia, e sinceramente questa sua ammissione non è riuscita minimamente a sorprendermi.
L'ironia sottile e pungente che filtra attraverso le pagine di "The Unspoken Name" mi ha ricordato molto quella che aleggia attorno alle parole del narratore ne "I Guerrieri di Wyld" o in "Bloody Rose", del resto; e lo stesso vale per il senso di calorosa e vulnerabile umanità che avvolge quasi tutti i personaggi.
Se dovessi azzardare una previsione, vi direi che in pochi riusciranno a resistere alla contagiosa, irresistibile ed esilarante follia di comprimari come Tal-il-Galoppino o Oranna la Maga!

"The Unspoken Name", dal mio punto di vista, si è confermato quindi come un romanzo incredibilmente accattivante e divertente.
Ma mentirei se vi dicessi di non aver sofferto un po' durante la lettura delle prime 100/200 pagine, soprattutto a causa di "un paio" di descrizioni eccessivamente prolisse e particolareggiate.
Per di più l'intreccio impiega forse più del dovuto ad assumere una forma specifica, mettendo a dura prova la pazienza del lettore affamato di "plot" e twists narrativi particolarmente eclatanti.
Inoltre io stessa avevo cominciato a temere, durante la lettura dei primi cinque o sei capitoli, che avrei continuato a sentirmi distante e indifferente nei confronti delle sorti della goffa e ombrosa protagonista fino all'ultimissima pagina del libro.
Per fortuna, la seconda metà di "The Unspoken Name" ha finito con lo smentire clamorosamente questa mia fosca previsione iniziale.
Il finale del romanzo della Larkwood mi ha regalato infatti un mucchio di sospiri, una valanga di sorrisi e un piccolo accenno di batticuore... ed è stato a quel punto, immagino, che ho realizzato di essere riuscita ad affezionarmi a Csorwe un pochino alla volta, quasi senza accorgermene, ma in preda a quel senso di affetto spassionato e pieno di partecipazione che si può riservare solo alle persone (o ai personaggi) che un po' ci assomigliano per davvero.

Peraltro, usando un pizzico di immaginazione, sappiate che si potrebbe perfino arrivare a concepire "The Unspoken Name" come un libro autoconclusivo; non lo è (sia ben chiaro: il sequel non tarderà ad arrivare sugli scaffali!), ma qualora un lettore poco convinto decidesse di fermarsi alla fine del primo libro, secondo me potrebbe comunque dichiararsi più che soddisfatto...


Giudizio personale:
8.0/10






4 commenti:

  1. Sophie ♥ Grazie per la recensione diciamo "in anteprima" dato che qui ancora non c'è :P

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    1. Grazie a te, Francy, per essere passata a salutarmi!
      Un abbraccio grande! <3

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  2. Il mio interesse per questo titolo era pari più o meno a zero, visto che dalla trama parrebbe identico ad altri dodici... adesso, invece, sono davvero incuriosita *^*

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    1. La trama effettivamente ha un sapore molto "classico", posso confermarlo... Eppure secondo me ha davvero una marcia in più! :)

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