Dalla penna di Kate Elliott, autrice di innumerevoli saghe fantasy di successo, ecco arrivare il romanzo breve “The Servant Mage”: la storia di una maga che si ritrova invischiata in una cospirazione ampia quanto lo stesso Impero che ha conquistato il suo mondo.
Lungo la strada, forse, imparerà a scoprire il suo vero potere...
La trama
Chi comanda sceglie le leggi,
spesso allo scopo di preservare il
proprio potere.
Fellian è una “Lampionaia”, una maga in grado di provvedere
agli impianti di illuminazione della
città attraverso la sua magia.
Questo è, più o meno, tutto quello che ormai le viene consentito di realizzare con il suo potere: il libero esercizio della stregoneria, infatti, è stato ufficialmente proibito con l’avvento della rivoluzione che ha messo fine al vecchio mondo.
Adesso, tutti i maghi naturali sono costretti a prestare servizio governativo e a sottoporsi a una severissima regolamentazione della loro arte.
Possono essere considerati, a tutti gli effetti, dei veri e
propri servi della comunità.
Ma poi un gruppo di ribelli
monarchici decide di liberare Fellian e di coinvolgerla in una pericolosa missione di salvataggio: alcuni dei loro
compagni di ventura sono rimasti intrappolati in un complesso sotterraneo di
miniere e, in quell’abisso, soltanto la ragazza potrebbe essere in grado di
illuminare la strada.
Tuttavia, lungo la strada, i nostri eroi vengono a
conoscenza di una pericolosa cospirazione intenzionata a porre fine alla vita
dell’ultimo erede di sangue reale... e, forse, a spazzare via il movimento monarchico una volta per
tutte.
Ma salta fuori che l’abilità di Fellian non si limita a qualche trucco di luce...
Persone come atomi, destini come polvere
Vi dirò: ho deciso di leggere “The Servant Mage” non tanto per via della trama (in realtà, la sinossi mi ispirava solo fino a un certo
punto...), quanto perché ho continuato a sentir parlare di Kate Elliott per
anni, senza mai riuscire a decidere da che parte cominciare a recuperare i suoi libri.
Questa nuova uscita sembrava fornirmi un’ottima occasione
per iniziare a orientarmi nel vasto panorama offerto dalle sue pubblicazioni;
una storia breve, autoconclusiva,
intrigante al punto giusto, che mi avrebbe finalmente permesso di farmi un’idea
dell’autrice di saghe così frequentemente osannate dal pubblico e dalla critica
(“Crown
of Stars”, “Spiritwalker Trilogy”).
Bè... diciamo che le cose, alla fine, non sono andate
esattamente come speravo!
“The Servant Mage”
è un libricino che si basa essenzialmente sullo sviluppo, capillare e
sistematico, di due singoli elementi: worldbuilding
e sistema magico.
Nell’ambito di una narrazione così breve, devo ammettere che
non si è rivelata una scelta felicissima; anche perché il numero di informazioni che ci viene somministrato nel corso di
così poche pagine tende a trasformarsi velocemente in una sorta di fiume in piena.
La caratterizzazione
della protagonista, Fellian, avrebbe sicuramente potuto essere approfondita; eppure,
nel complesso, non posso dire che mi sia dispiaciuta, anche perché riesce a
sottrarsi a molti dei classici stereotipi tipici del genere (di parecchi YA, in
particolare...), e a offrirci piuttosto il ritratto di una giovane donna con i piedi
saldamente ancorati a terra; cinica,
realista, umile, anche se in fondo al cuore conserva un profondo idealismo e un
forte senso si attaccamento alla propria comunità e alle proprie radici.
La sua bisessualità
(o pansessualità: chi può dirlo?) ci viene rivelata invece attraverso
l’introduzione di due potenziali interessi
romantici, un nobile arrogante e una compagna di studi dall’indole schiva.
Purtroppo, nessuno dei due riesce a emergere dal flusso
della narrazione in modo particolare. Anzi, a essere sinceri, credo che avrei fatto volentieri a meno tanto dell’uno, quanto dell’altra...
Ma, a essere del tutto onesti, sospetto anche che lo stesso possa applicarsi per ogni
singolo comprimario o villain presentato all’interno del libro!
La Macina del Tempo
La lettura di “The
Servant Mage” mi ha riservato pochissime
sorprese, e un numero addirittura inferiore
di emozioni.
Non penso che sia stata tutta “colpa” di Kate Elliott: in
realtà, ho trovato il suo stile piuttosto gradevole, e non credo che in futuro
esiterò a provare qualcos’altro di suo.
Ma la trama mi è
sembrata veramente troppo – troppo! – lineare,
e a conti fatti non sono riuscita a esaltarmi per nessuno dei colpi di scena.
Probabilmente perché il 90% dei personaggi mi sono sembrati vuoti, le loro
vicissitudini totalmente distanti dalla mia indole e dalla mia sensibilità.
Ma voglio comunque spezzare
una lancia in favore di un libro che, purtroppo, non ho amato, ribadendo il
fatto che, in realtà, c’è una cosa che il libro di Kate
Elliott riesce a fare in maniera
magistrale: vale a dire spingere il lettore a riflettere sull’esatta natura
delle tortuose dinamiche di potere
che contrassegnano, in ogni momento, il sistema politico di ogni mondo possibile, in tutta la loro (in-)gloriosa, sanguinosa complessità.
Fellian, dopotutto, si staglia ai nostri occhi come l’ennesimo anello di una catena che ha
cominciato a dipanarsi molto prima della sua nascita, e che continuerà
evidentemente a srotolarsi molto tempo dopo la sua dipartita. Un minuscolo ingranaggio, scagliato all’interno
di un meccanismo infinitamente più
grande di lei.
Immagino che potremmo chiamarla Storia, se volessimo. O semplicemente Politica.
E questa è una condizione con cui nessuno di noi, in fondo (in questi
giorni, come sempre) farà davvero fatica a relazionarsi.
Mi spiace che non ti abbia convinta, anche se il fatto che analizzi bene le dinamiche di potere mi intriga.
RispondiEliminaQuella parte secondo me è molto interessante, Kate. Peccato solo che il libro sia un po' breve, per le ambizioni che aveva...
Elimina