domenica 15 agosto 2021

Recensione: "Le Streghe in Eterno", di Alix E. Harrow

Può un romanzo fantasy affondare profondamente le sue radici nella storia, negli anni del tumulto, del cambiamento, delle prime battaglie per la parità dei sessi?

Ma certo che può…

Non mi credete? Allora allacciate le cinture e preparatevi a leggere “Le Streghe in Eterno”, il secondo libro scritto dalla fenomenale Alix E. Harrow, già autrice de “Le Diecimila Porte di January”.

Sorellanza”, “suffragette” e “stregoneria”: saranno queste le tre magiche “s” che ci permetteranno di iniziare il viaggio.

Manca qualcosa, dite?

Ah, già, avete ragione, quasi dimenticavo…

Ogni storia fantastica che si rispetti comincia con le parole: “C’erano una volta tre sorelle, o forse erano tre streghe…

 

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La trama

È il 1893, e James Juniper Eastwood è appena arrivata a New Salem.

Provate a immaginarla mentre scende dal treno, se ci riuscite: questa ragazza della brughiera dagli zigomi spigolosi, i capelli aggrovigliati e lo sguardo furente, pronta a dare battaglia e a cambiare i connotati del mondo perfino a suon di sganassoni, se si rivelasse necessario!

È il 1893, e al mondo non ci sono più streghe. I conservatori hanno pensato bene di bruciarle tutte, e di distruggere l’intero bagaglio delle loro conoscenze e fonti di saggezza, già che si trovavano sul posto.

Ma forse questa non è proprio tutta la verità, no? Perché, in fondo, in ogni epoca storica gli uomini hanno cercato di portare via alle donne ogni singolo brandello di autorità e potere… Che voi sappiate, ci sono mai riusciti? Per quanto disperatamente, violentemente e crudelmente ci abbiano provato?

Juniper non è una strega, non esattamente. Ma da Mama Mags, sua nonna materna, ha ereditato degli incantesimi, e ormai Juniper potrebbe essere abbastanza disperata, arrabbiata e determinata da cedere alla tentazione di usarli. Soprattutto quando scopre che New Salem non è la culla di civiltà e serenità in cui sperava, ma un viscido nido di ipocrisia e bigottismo; un coacervo di serpi malevole, disposte a tutto, pur di schiacciare i deboli e riempirsi il gargarozzo.

È il 1893, e i primi movimenti femministi si stanno in facendo in quattro, per cercare di rivendicare il diritto femminile al voto. Ma la gente “perbene” non fa altro che deridere questi tentativi, e spargere calunnie su chiunque abbia preso parte alle manifestazioni. L’orizzonte non si prospetta particolarmente roseo, per le donne nate e cresciute fuori o dentro i confini di New Salem.

Entrano in scena Beatrice Belladonna e Agnes Amaranth, le sorelle che Juniper credeva di aver perduto; quelle accusate di averle voltate le spalle, di averla abbandonata alle cure di un padre violento e abusivo.

Un tempo erano legate come siamesi, le giovani Eastwood; erano l’unico rifugio, il porto sicuro l’una dell’altra.

Adesso, sono solo tre estranee in una grande città, che si arrabattano per tenere la testa fuori dall’acqua in un mondo di ombre in rapida ascesa.

O… forse no?

Quando Juniper invocherà l’aiuto delle sue sorelle, risponderanno Bella e Agnes al suo appello? L’ aiuteranno a riportare la magia a New Salem? O permetteranno a un nuovo, spietato nemico di arraffare tutto il potere e proclamare definitivamente conclusa l’era delle streghe?

 

La Fanciulla, la Madre e la Megera

Fra i tutti i libri recuperati quest’anno, “Le Streghe in Eterno” è il mio preferito in assoluto.

La cosa che ho amato di più? I personaggi, naturalmente!

Dovete sapere che le tre sorelle Eastwood incarnano, ciascuna a suo modo, un diverso aspetto della divinità Madre, l’entità frequentemente associata al mondo della magia e del neopaganesimo

Juniper è la Fanciulla, la Ragazza Selvaggia; impaziente, impulsiva, irruenta, imprevedibile… Una meravigliosa via di mezzo fra Vasya, la protagonista dell’indimenticabile fantasy storico “L'orso e l'Usignolo” di Katherine Arden, e Prunella Gentleman, dal romanzo “Sorcerer to the Crown” di Zen Cho: indomabile, tempestosa e agguerrita, Juniper incarna l’essenza stessa della magia che non può essere contenuta… né controllata.

Agnes, invece, è la Madre, la sorella di mezzo; la più forte, la più vigorosa, la più appassionata e la più sensuale. Quella che ha già sperimentato in prima persona le crudeltà del mondo, e ha avuto un assaggio del modo in cui la società tratta le donne che si rifiutano di stare al loro posto… Non per questo, permetterà alla paura di annichilirla o cambiare la sua natura.

E poi c’è Bella, che rappresenta la “Vegliarda” (povera Bella! XD), vale a dire la sorella saggia, riflessiva, che “sa” più cose ed è sempre pronta a elaborare strategie e progetti. Lasciate che ve lo dica: scegliere il mio personaggio preferito de “Le Streghe in Eterno” sarebbe impossibile… se non fosse per Bella. Perché, andiamo… Bibliotecaria? Appassionata di libri fantastici e storie di magia? Riservata? Iper-prudente, un po’ insicura, e dolorosamente innamorata di una donna che sembra al di là della sua portata? Diamine, mi sa che mi ricorda qualcuno… Chi sarà mai? XD

Scherzi a parte, l’unica cosa che ho adorato più della caratterizzazione delle Eastwood, è stato il modo in cui Harrow ha deciso di sviluppare i loro archi narrativi: vale a dire portando ciascuna di loro a superare i limiti “imposti” dal proprio ruolo, rifuggendo da qualsiasi tipo di stereotipo e accogliendo a braccia spalancate la loro femminilità e i mille modi diversi in cui è possibile esprimerla.

 

There will be… witches!

Ma che cos’è una strega, esattamente?

Alix E. Harrow ha una teoria: “Behind every witch is a woman wronged.”

Se è così (e io credo che lo sia), ogni donna nata sotto il cielo è una strega, e dovrebbe andare fiera del proprio retaggio in ogni momento.

In realtà, “Streghe in Eterno” è un libro che strizza frequentemente l’occhio anche a “Streghe di una notte di mezza estate” di Terry Pratchett; ad esempio, la frase “Bella informs her that this is the precise reason why women's dresses no longer have pockets, to show they bear no witch-ways or ill intentions”, non ha potuto assolutamente fare a meno di ricordarmi le mitiche Esme Wetherwax e Tata Ogg!

Ma la verità è che, nel libro di Harrow, incontrerete molte streghe diverse, di ogni nazionalità, confessione, ceto o orientamento sessuale.

E le amerete tutte, perché in ognuna di loro, per quanto distante o diversa da voi possa sembrare all'inizio, riuscirete a scorgere tratti del vostro presente, del vostro passato e del vostro futuro.

Fare il tifo per loro diventerà, quindi, la vostra seconda natura… La parte più bella? Non riuscirete a smettere di leggere fino a quando non avrete scoperto l’adrenalinico, scioccante finale che l’autrice ha tenuto in serbo per voi!


Alix E. Harrow: l’autrice che possiede “l’intento, i mezzi e le parole”

Le Streghe in Eterno” è un libro molto denso; ricchissimo di eventi, sottotrame, villains, comparse e intrecci secondari.

Se cercate una lettura “da spiaggia”, particolarmente rilassata e poco impegnativa… bè, in realtà vi consiglio di cercare altrove! XD

Personalmente, trovo che Harrow abbia svolto un lavoro magnifico, e che il suo impresssionante livello di competenza tecnico/stilistica abbia fatto dei passi da gigante, dai tempi de “Le Diecimila Porte di January” (in quale, in effetti, risentiva di più di qualche difettuccio, dal punto di vista del ritmo e della struttura).

Di solito, non amo molto il narratore onnisciente e tutto ciò che esso comporta; ma Harrow gestisce così bene i suoi personaggi, la sua ambientazione e i cambiamenti di focalizzazione, da rendere l’uso della voce narrante in questo romanzo un qualcosa di assolutamente magico e irripetibile!

La sontuosità dell’immaginario, la forza dell’apparato allegorico, la fresca vivacità delle sue allitterazioni… Date retta a me: Alix E. Harrow è un’autrice con un futuro brillante dinnanzi a sé! 

Da parte mia, posso soltanto sperare che continui sempre a impegnare il suo talento al servizio dei miei generi preferiti: perché il fantasy, molto semplicemente, non può più permettersi di fare a meno di autrici Harrow, né di libri meravigliosi e epici come “Le Streghe in Eterno”…

 


Piccolo avviso: ovviamente, la mia recensione si riferisce all'edizione americana originale del libro, "The Once and Future Witches"! Pertanto, non sono in grado di anticiparvi nulla a proposito della qualità della traduzione, dell'impaginazione o dell'aspetto che avrà la copia "fisica" del romanzo in italiano.


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