lunedì 30 agosto 2021

Recensione: "The Falling in Love Montage", di Ciara Smyth

Siamo sicuri che l’amore debba per forza durare in eterno?

Nel suo “The Falling in Love Montage”, l’autrice irlandese Ciara Smyth prova ad affrontare questa scottante tematica: il risultato è una gradevole e scoppiettante romcom dal taglio moderno, incentrata sulle avventure sentimentali di un’adolescente sarcastica e afflitta dall’ombra di un’incurabile malattia genetica degenerativa.

La concentrazione di tenerezza e romanticismo si mantiene su dei livelli esorbitanti per buona parte della narrazione, ma… Attenzione: questo libro si rivela infinitamente più triste e devastante di quanto la scanzonata copertina lasci ad intendere!

 

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La trama

Saoirse non crede alla storia dell’amore a prima vista, e tantomeno nella possibilità di un lieto fine.

Se queste cose fossero reali, sua madre sarebbe ancora in grado di ricordare il suo nome, e di sicuro lei e suo padre non sarebbero mai stati costretti a rinchiuderla in un istituto specializzato nella cura di pazienti afflitti da demenza precoce.

Una malattia genetica che, fra parentesi, potrebbe benissimo aver ereditato anche Saoirse, e non è detto che i primi sintomi tardino poi così tanto a manifestarsi.

Perciò, la nostra eroina non ha nessuna intenzione di cercare una relazione. Non vede il motivo di provare a innescare una scintilla romantica, quando la verità è che non sa nemmeno se, a cinquant’anni, sarà in grado di ricordarsi come si fa ad allacciarsi le scarpe.

Eppure, dopo un incontro casuale a una festa di fine anno, Saoirse finisce per infrangere le sue stesse regole. La colpevole? Una ragazza con una lentiggine blu, un irresistibile istinto per le birichinate, e una smodata passione per i film d’amore.

Quando scopre che Saoirse non se la sente di impegnarsi in qualcosa di serio, Ruby le propone una scappatoia: la verità è che loro non hanno bisogno di inseguire il vero amore per godersi un’estate di divertimento, corredata di tutti i cliché da “montaggio” tipici di qualsiasi commedia romantica che si rispetti.

Allo scoccare dell’autunno, la loro storia si spegnerà serenamente, lasciandosi dietro soltanto una scia di ricordi piacevoli.

Questo è il patto, ed è un piano quasi perfetto.

Peccato che le ragazze abbiano tralasciato un piccolo dettaglio: di solito, nei film sentimentali, alla fine del suddetto “montaggio” i personaggi si ritrovano innamorati… per davvero!

 

Da “Quattro Matrimoni e un Funerale” a “To All the Boys I've Loved Before

The Falling in Love Montage” si rivela, sotto tanti punti di vista, una romcom coinvolgente, fresca e originale.

Le sensazioni che le pagine di Ciara Smyth riescono a evocare potrebbero essere descritte come affini e, al tempo stesso, profondamente diverse da quella sperimentate attraverso la lettura di dozzine di altri titoli simili (“Written in the Stars”, “Her Royal Higness”, “Everything Leads to You” eccetera…).

I dialoghi sono a dir poco brillanti, e l’idea di creare una “compilation” di film d’amore da imitare/prendere affettuosamente in giro, dai grandi classici con Julia Roberts e Hugh Grant all’ultimo successo targato Netflix, si dimostra così incredibilmente gustosa e simpatica da generare in chi legge un autentico brivido di delizia! (In effetti, l’unica pellicola degna di nota che non viene citata all’interno del romanzo è “The Happiest Season” con Kristen Stewart: spero che, nel frattempo, l’autrice abbia avuto modo di recuperarla, perché sospetto che le protagoniste del suo libro ne resterebbero estasiate!).

In “The Falling in Love Montage”, Ciara Smyth riesce anche a dosare la “componente ormonale” in maniera encomiabile! L’assoluta autenticità delle interazioni fra Saoirse e Ruby, i momenti di tenerezza condivisa, l’attrazione fisica che comincia a innescarsi fin dal primo incontro, per poi salire a livelli inimmaginabili con lo scorrere dei capitoli… tutto contribuisce a farci credere nell’inevitabile visceralità dell’alchimia che si viene a instaurare le due protagoniste.

E, per logica conseguenza, anche nell’assoluta necessità di fare il tifo per loro…

Dal punto di vista della caratterizzazione psicologica, invece, non posso fare a meno di lodare il lavoro svolto sul personaggio di Saoirse, con il suo (discutibile) senso dell’umorismo, i suoi conflitti interiori e i suoi innumerevoli difetti.

Per quanto riguarda Ruby, invece… Bè, ammetiamolo: lei è un po’ una “manic pixie dream girl” in versione saffica, con tutte le limitazioni e le problematiche che questo fatto comporta.

Non l’interesse romantico più anticonvenzionale, interessante o indimenticabile di cui abbiate mai letto, certo; eppure, in qualche modo, i suoi lati eccentrici e la sua inconfondibile dolcezza finiscono per renderla accattivante ai nostri occhi.


Il tema della malattia

Come dicevo, “The Falling in Love Montage” non si propone di raccontare una “semplice” love story fra ragazze adolescenti.

Anzi: probabilmente Ciara Smyth aveva in mente ben altro, durante la stesura…

Suppongo che potremmo definirla una storia di formazione dolceamara, incentrata sulla vita di una ragazza che, a poco a poco, comincia a venire a patti con la realtà del mondo e l’inevitabilità della perdita, della sofferenza e della tragedia.

E, forse, perfino con l’inevitabilità di voltare pagina e andare avanti.

Il libro si confronta con il tema della malattia a testa bassa, senza risparmiare a chi legge passaggi dolorosi e colpi sotto la cintura.

Apprezzo l’onestà dello sforzo, anche se, detto fra voi e me, sospetto che l’autrice abbia calcato un po’ troppo la mano in termini di “angst” e malessere esistenziale, soprattutto nell’arco di alcuni capitoli centrali, e specialmente considerando il genere di pubblico che si sarà ritrovato naturalmente attratto da un titolo come “The Falling in Love Montage”.

L’attenzione riservata all’esplorazione dei sensi di colpa di Saoirse, i suoi rapporti tesi con il padre e con la nuova matrigna, gli angoscianti flashback relativi alla degenerazione della condizione della madre… Non lo so: forse è solo che non mi aspettavo di trovarmi alle prese con un libro così pesantemente infarcito di dinamiche famigliari.

Il punto è che, nel corso del secondo atto, il ruolo di Ruby finisce per ridimensionarsi parecchio; a poco a poco, infatti, la ragazza arriva quasi a svanire sullo sfondo di un oceano di visite alla mamma malata, di litigi con il padre, di alterchi con le ex-amiche di un tempo e di deprimenti conversazioni sull’opportunità della scelta di una carriera universitaria.

Il problema è che nessuno di questi personaggi secondari dimostra di avere un grande spessore, né la carica vitale necessaria a tenere alta la nostra soglia di attenzione (a parte Oliver, il miglior nemico/amico di Saoirse).

Ed ecco perché l’avvento del “gran finale”, a lungo andare, si rivela quasi un sollievo…


L’amore è eterno… finché dura!

Apprezzo lo sforzo di scrivere un lieto fino diverso, in qualche modo meno classico e più moderno; una conclusione in grado di spostarsi dal tipico panorama cinematografico a quello, più prosaico e ragionevole, della vita quotidiana.

Lo apprezzo, davvero.

Però… anche no! XD

Nel senso, chiamatemi scema ma, quando leggo una storia del genere, io avverto proprio il BISOGNO di imbattermi in un finale di stampo hollywoodiano! Che sia felice, tragicomico o di una tristezza abissale: per me non fa differenza, purché sia… Bé, l’esatto opposto di “prosaico e ragionevole”, immagino.

L’ultimo capitolo e l’epilogo di “The Falling in Love Montage” hanno esercitato su di me un effetto molto… meh! Non ho riso, non ho pianto e non ci sono rimasta male.

Dopo 300 pagine passate a emozionarmi e lasciarmi trasportare dalle vite di questi personaggi, mi sono limitata a… sbuffare.

Che non è proprio… la manifestazione del top delle sensazioni che un lettore si augurerebbe di provare a fine lettura, diciamo!

Nonostante questo, credo che proverò a leggere i prossimi lavori dell’autrice. Il suo “Not My Problem” è già finito in wish-list; in realtà, la trama accenna già a una madre con un grave problema di alcolismo sul groppone, quindi… Cosa posso dire? Help?! XD





2 commenti:

  1. Non credo che sia una lettura che fa al caso mio, però con questa recensione il dubbio sei riuscita a farmelo venire :D

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    1. Ahahaaha grazie, sono molto felice di sentirlo! ^____^
      Come dicevo, è un libro infinitamente più profondo, maturo e triste di quanto la sinossi lasci ad intendere... non la classica commedia romantica adolescenziale, insomma: questo è poco, ma sicuro! ;D

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