martedì 9 febbraio 2021

Recensione: "Le Diecimila Porte di January", di Alix E. Harrow

 Avete già letto “Le Diecimila Porte di January”?

Io sono finalmente riuscita a colmare questa lacuna, peraltro con ottimi risultati! 

Il libro di Alix E. Harrow è uno dei migliori portal fantasy che mi siano capitati per le mani nel corso degli ultimi cinque anni.

Attraverso la mia recensione, cercherò di spiegarvi il perché! ;D

 

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Le Diecimila Porte di January: la trama

January Scaller è una ragazzina introversa e curiosa. Vive in una magione infarcita di anticaglie insieme al datore di lavoro di suo padre, un eccentrico miliardario di nome Locke. Una specie di "accumulatore seriale" di meraviglie a metà strada fra Tony Stark e Mr Magorum, per intenderci.

Il padre di January, Julian, ormai, torna a casa soltanto di rado, e l'educazione impartita dal signor Locke si dimostra sempre molto severa. Come se non bastasse, ci troviamo agli inizi del Novecento, in Vermont, e January è una giovane donna dalla pelle scura. Sullo sfondo di un continente che, ancora oggi, non è riuscito a redimersi completamente dagli orrori della schiavitù e della segregazione razziale, la protagonista non può fare a meno di sentirsi persa, sola e confusa.

La povera January vorrebbe credere con tutte se stessa nel potere della speranza, della gioia e della magia, ma il materialismo e il pregiudizio delle persone che le stanno intorno mettono a dura prova la resilienza del suo spirito. Almeno fino a quando la nostra eroina non si imbatte in un diario che sembra testimoniare l'esistenza di una Porta misteriosa, un varco che consente al vento del cambiamento di spirare indisturbato da una parte all’altra della nostra realtà.

E così, January comincia a chiedersi…

… e se da qualche parte esistesse un posto in cui perfino una ragazzina “diversa”, ribelle e silenziosa come lei potrebbe finalmente arrivare a sentirsi a casa?

Eppure, perfino questa meravigliosa promessa giunge accompagnata da una minaccia: perché, nella nostra società, si annidano mostri disposti a compire qualsiasi sacrificio – perfino quello supremo – pur di assicurarsi che il mondo continui a restare esattamente com’è.

Per difendere il suo diritto a esistere, January sarà quindi costretta a ingaggiare una battaglia efferata contro queste forze malefiche e soffocanti.


Agenti del Cambiamento

"Le Diecimila Porte di January" ha fatto innamorare migliaia di lettori ai quattro angoli del globo. Sono fermamente convinta che la causa di questo entusiasmo smodato vada ricercata soprattutto nella sconfinata bellezza della sua storia e nella profonda vitalità del suo messaggio.

In ogni caso, credo che valga la pena soffermarsi a ricordare che "Le Diecimila Porte di January" è un libro d'esordio. Il che si traduce in un paio di vistosi difetti strutturali e in un profluvio torrenziale di aggettivi che, a tratti, infestano la sintassi della Harrow come un branco di scrocconi ubriachi alla festa del secolo. Tutta questa ampollosità, probabilmente, poteva essere evitata; dilatare il tempo dell’azione e rallentare la lettura, in una storia di questo tipo, non è quasi mai una buona idea.

Tuttavia, ritengo anche che – improbabili pretese letterarie a parte - l'autrice sia riuscita a creare un intreccio straordinario. La matrice da cui parte non è tutta farina del sacco della Harrow, intendiamoci; se vi piace il genere, sapete già che diversi scrittori di fantasy hanno avuto modo di confrontarsi con una premessa narrativa affine o addirittura identica alla sua. Fra gli esempi di successo che mi balzano in mente, così su due piedi, la pluripremiata saga "The Wayward Children" di Seanan McGuire (una serie che vi consiglio caldamente di recuperare, nel caso in cui non l'aveste già fatto).

Eppure, la Harrow è riuscita a infondere un tocco decisamente caratteristico e personale all'interno del suo romanzo, combinando l’elemento fantastico con una magistrale impalcatura da romanzo storico; un’intuizione che le ha permesso di stimolare la nostra fantasia, nonché di giocare con il nostro sense of wonder, in maniera assolutamente strepitosa!


Il romance

"Le Diecimila Porte di January" è un libro dalla forte componente sentimentale. Checché se ne dica in giro, si rivolge prevalentemente a un pubblico di lettrici… e, se mi conoscete, sapete che non lo intendo come un difetto! ;D

Tolta qualche frase qua e là, ho apprezzato lo spirito romantico del romanzo, che ben si abbina alle atmosfere e alle descrizioni dei pittoreschi scenari che si avvicendano nel corso dei capitoli. Se, ad esempio, in passato avete amato film come "La forma dell'acqua", o libri come "Stardust", credo che lo stile appassionato e nostalgico della Harrow riuscirà a conquistarvi.

Attribuisco un'accezione molto meno positiva alle due storie d’amore prese di per sé, purtroppo; nel senso che approvo le intenzioni dell’autrice, ma ne apprezzo molto meno l’esecuzione. Dopotutto, posso accettare un solo insta-love alla volta... e farei volentieri a meno anche di quello, se potessi evitarlo!


Una ragazza e il suo cane

Ho visto che in rete è stata mossa qualche critica ai personaggi de "Le Diecimila Porte di January".

Non sono d'accordo. Gli slittamenti di focalizzazione e la narrazione pseudo-onnisciente contribuiscono a creare un certo senso di distacco fra chi legge e il flusso degli eventi, e questo è un fatto…Ma tenete presente anche questo: per sua stessa natura, un portal fantasy raramente prediligerà una narrazione di tipo immersivo. Probabilmente perché, dei quattro "tipi" di fantasy individuati dall’accademica Farah Mendlesohn,  il “portal” è quello che più si avvicina dell'archetipo della fiaba, dell'avventura, della leggenda.

Nonostante questo, la voce di January emerge dalle pagine con energia, forza e convinzione. Non a caso, la sua catartica presa di coscienza e la sua combattiva dichiarazione di guerra al patriarcato arrivano presto a echeggiare quelle rivendicate da qualsiasi donna del ventunesimo secolo.

Basta pensare alla trama de “Le Diecimila Porte di January” per intuire il messaggio che la Harrow sta cercando di comunicarci: i riferimenti all’attualità si sprecano, dall' #MeToo al movimento del Black Lives Matter.

Peraltro, da introversa quale sono, non ho neanche potuto fare a meno di innamorarmi dello splendido rapporto di amicizia fra January e il suo cane Bud; un legame che forse soltanto i solitari e gli amanti degli animali potranno capire fino in fondo, e che pure riesce a rievocare le gioie e i dolori dell'infanzia con un'intensità straordinaria.


I comprimari

Tagliando la testa al toro, ammetterò che i capitoli dedicati alle gesta di Addie si sono rivelati immensamente meno esaltanti e coinvolgenti. Anzi, sotto aspetti, i brani dedicati al suo personaggio hanno rischiato di proiettarmi di nuovo all’interno di un certo polpettone intitolato “La Vita Invisibiledi Addie LaRue."... un'esperienza che, detto fra voi e me, sarei più che lieta di risparmiarmi!

Anche Julian risulta una presenza abbastanza melensa e stereotipata, secondo me. Lo stesso vale per Sam, un improbabile connubio fra il Peeta Mellark di “Hunger Games” e il Lazlo Strange de “Il Sognatore”.

Una menzione d’onore, invece, la dedicherei all’ambiguo signor Locke e all’intrepida governante Jane, due comprimari che sono riusciti a colpirmi moltissimo! Sono le sfumature a rendere interessanti un personaggio, dopotutto. Ed ecco perché, semmai la Harrow dovesse decidere scrivere un sequel, o addirittura un prequel del suo libro d’esordio, sono proprio questi i travagliati (anti-)eroi di cui mi piacerebbe leggere!

Il che, chiaramente, ci porta alla domanda fondamentale…


"Le Diecimila Porte di January" diventerà una saga?

In realtà, Alix E. Harrow ha fornito una risposta abbastanza sibillina a questa domanda. Sebbene abbia sempre concepito “Le Diecimila Porte di January” come un romanzo autoconclusivo, l'esclude non esclude del tutto la possibilità di cambiare idea in futuro.

Dal canto suo, il finale lascia spazio a un ampio potenziale di serializzazione.

Per il momento, la Harrow, l’autrice si sta dedicando ad altri progetti. Nel 2020, ha fatto il suo esordio nelle librerie americane “The Once and Future Witches”, un secondo romanzo fantasy ad ambientazione storica. La trama cita il movimento delle suffragette, una spericolata quest per ripristinare la stregoneria in un mondo in cui molti, forse, preferirebbero voltare le spalle ai cambiamenti e ai miracoli, e tante, tante avventure. Ho già acquistato la mia copia cartacea del libro, quindi tenetevi pronti per la mia recensione!

Il prossimo ottobre, invece, dovrebbe uscire (sempre negli USA), “A Splindle Splintered”, retelling in salsa queer della favola de “La Bella Addormentata nel Bosco”. Una nuova missione a spasso fra i mondi, già definita da Katherine Arden come “una versione vivida, femminista e sovversiva di un classico senza tempo”.


Cosa dovreste leggere, se avete amato “Le Diecimila Porte di January”?

Oltre alla già menzionata serie “Wayward Children”, vi consiglierei senz’altro di tenere in considerazione le opere di Silvia Moreno-Garcia. Nei suoi “Mexican Gothic” e “Gods of Jade and Shadows”, la Moreno-Garcia riesce a mescolare storia, sensualità ed elemento fantastico con una grazia e una passionalità straordinari.

Già che ci siete, provate a dare un’occhiata anche a “Così si perde la guerra del tempo” di Max Gladstone e  Amal El-Mohtar: l’ambientazione, fantascientifica, è completamente diversa da quella de “Le Diecimila Porte di January”...  ma un sesto senso speciale mi suggerisce che potrebbe piacervi! ;D


Giudizio personale:

8.3/10





4 commenti:

  1. Su Instagram l'ho visto un sacco, ma ci si fida di più della tua bella recensione ordinata ed equilibrata!

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    1. Grazie, Mik! Credo sia un bel libro, ma solo se si ama molto il genere! ;D

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  2. Nonostante la tua bella recensione, questo libro mi ispira veramente poco ^^;;;

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    1. Dovrebbero venderlo con l'etichetta "soltanto per fanatici hardcore del portal fantasy"! ;D

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