domenica 28 febbraio 2021

Recensione: "A Casa Prima di Sera", di Riley Sager

A Casa Prima di Sera”: dovrebbe essere questo il titolo italiano di “Home Before Dark”, il nuovo, atteso romanzo di Riley Sager, autore del bestseller internazionale “Final Girls – Le Sopravvissute”.

Un libro che, che secondo me, piacerà tanto ai fan di “The Amytiville Horror” quanto agli estimatori del recente thriller “La Casa delle Voci” di Donato Carrisi.

La Time Crime dovrebbe portarlo in Italia ad aprile 2021; nel frattempo, colgo l’occasione per proporvi la mia recensione dell’edizione in lingua originale! ;D

 


Potete acquistarlo QUI in italiano


“A Casa Prima di Sera”: la trama

«Com’era? Vivere in quella casa.»

Maggie Holt è abituata a sentirsi ripetere domande del genere.

Venticinque anni fa, lei e i suoi genitori, Ewan e Jess, si sono trasferiti a Baneberry Hall, una gigantesca proprietà vittoriana nel cuore dei boschi del Vermont. Sono riusciti a passare in quel posto soltanto una ventina di giorni: alla fine di quelle fatidiche tre settimane, infatti, gli Holt sono balzati in macchina e sono scappati via a gambe levate. Da quella notte, nessuno di loro è più tornato a Baneberry Hall.

Ewan ha raccontato la sua ordalia in un libro di non fiction chiamato “La Casa degli Orrori”. La sua cronaca riportava i suoi terrificanti incontri con le malefiche presenze che infestano Baneberry Hall, diaboliche entità che, a quanto pare, avevano preso di mira soprattutto sua figlia Meggie. Un libro di memorie che, in breve tempo, è diventato un clamoroso successo tradotto in una mezza dozzina di lingue.

Oggi, Maggie non ricorda più niente di quegli eventi. Ha passato gran parte della sua adolescenza e della sua vita da adulta a porsi un milione di domande, a cercare di capire se nelle parole di suo padre potesse nascondersi un germoglio di verità. Da tempo, ormai, sospetta che Ewan e Jess non siano altro che una coppia di abili truffatori, ma il loro categorico rifiuto di tornare a parlare di quei fatidici venti giorni in Vermont ha continuato a tenerla sulle spine per anni.

Fino a quando una malattia non arriva a stroncare Ewan, e l’atto di proprietà di Baneberry Hall passa definitivamente nelle mani di Maggie.

È il momento di tornare a casa… e di scoprire che il libro di suo padre conteneva, forse, più verità di quanta gli stessi abitanti del posto siano disposti ad ammettere.


Doppia anima

Come avrete notato, i punti di contatto fra la trama di “A Casa Prima di Sera” e tutti i millemila retroscena legati alla pubblicazione del celebre “The Amityville Horror” di Jay Hanson sono veramente numerosi.

Da parte sua, il romanzo di Riley Sager può vantare una sorta di “doppia natura”: nel corso delle sue pagine, infatti, ci viene data la possibilità di esplorare, a capitoli alterni, la linea temporale di Maggie e quella di suo padre, attraverso le parole del suo famigerato libro dedicato alla Casa degli Orrori. 

Che è un po’ come dire che il lettore può concedersi il lusso di leggere due storie al posto di una: un adrenalinico thriller basato sul tradizionale modello a base di indizi, false piste e incredibili colpi di scena, e un agghiacciante horror gotico dedicato alle farneticanti entità che si aggirano per i corridoi di una scricchiolante magione sperduta fra i boschi.

Un espediente che funziona, soprattutto perché queste due diverse “versioni” della realtà sono destinate a sovrapporsi e a sfumare dolcemente l’una nell’altra.


Di eroine e voci narranti

Se avete letto “Final Girls” (edizione Giunti), sapete già che Riley Sager è un maestro della tensione. Il ritmo di “A Casa Prima di Sera” si conferma altrettanto incalzante e suggestivo. E il mistero al centro della trama è veramente in grado di stuzzicare l’immaginazione; il lettore non potrà fare altro che continuare a girare spasmodicamente le pagine, intrigato dall’accorta disposizione degli indizi e disperatamente affamato di risposte... un po’ come la stessa Maggie, insomma.

La costruzione dei personaggi, invece, rappresenta un po’ il tasto dolente di “A Casa Prima di Sera”. Dopotutto, il romanzo di Sager punta molto sulla solidità del plot e sull’immediatezza dello stile (diretto, scorrevole e completamente privo di fronzoli).

Nel corso della narrazione, né Maggie, né Ewan si dimostrano protagonisti particolarmente complessi o interessanti. Sono personaggi di finzione, non persone in carne e ossa, e al lettore non viene concessa alcuna opportunità di dimenticarsi questa differenza. È un po’ lo stesso difetto che mi è capitato di riscontrare durante la lettura de “La Casa delle Voci”, adesso che ci penso.

Bisogna anche ammettere che si tratta di una “pecca” perfettamente funzionale al dipanarsi dell’intreccio. Perché è a questo punto che entra in gioco il concetto di narratore inaffidabile: se Maggie racconta una cosa e suo padre Ewan ne riporta un’altra, a un certo punto il lettore comincerà automaticamente a mettere in dubbio ogni parola che legge.

Chi sta dicendo la verità? Chi sta mentendo? E perché?

Il punto è che non arriviamo mai a “conoscere” fino in fondo questi personaggi, perciò non possiamo fidarci di nessuno dei due. Ed è proprio questo, in fondo, che rende così avvincente la lettura!


A ciascuno il suo

Se amate leggere storie di fantasmi di stampo un po’ più “letterario”, dal linguaggio forbito e dall’immaginario ricco e sviluppato… bè, naturalmente vi consiglierei di scartare “A Casa Prima di Sera” senza esitare! Tornate immediatamente dalla Jackson e da Henry James, e non muovetevi da lì fino a quando non avrete finito di divorare i vostri “Hill House” e il vostro “Giro di Vite”! ;D

Nel romanzo di Riley Sager, infatti, non troviamo una significativa e ricercata costruzione dell’atmosfera (come accade, ad esempio, nel recente horror hollywoodiano “Plain Bad Heroines” di Emily M. Danforth). Il tema non è particolarmente sviluppato, e continua per lo più ad aleggiare sullo sfondo senza riuscire a raggiungere grandi picchi di intensità.

Quello che “A Casa Prima di Serapuò offrire, signori e signore, è una trama orchestrata a regola d'arte. Un tripudio di cliffhanger, rivelazioni e pistole di Cechov al servizio di un intreccio che spiazza, aggancia, inquieta, irretisce dalla prima all’ultima pagina.

Il finale – lo confesso candidamente – mi ha raggelato fin nel profondo delle ossa. C’è una scena in particolare che torna a balzarmi in mente, anche a distanza di ore. Vi dico solo che sono abituata a leggere horror da quando avevo 12 anni, eppure ieri, a tarda notte, mi sono ritrovata a osservare le ombre che si rincorrevano sul soffitto della mia stanza in preda a un senso di apprensione che mi scivolava lentamente giù per lo stomaco... ma, soprattutto, a fissare il mio armadio.

Ragazzi, lo giuro: non credo che riuscirò più a guardare il mio armadio nello stesso modo! XD




Nessun commento:

Posta un commento

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...