“Queste Gioie Violente”, traduzione italiana del romanzo fantasy storico “These Violent Delights” di Chloe Gong, arriverà in libreria il 10 maggio 2022. Direi, quindi, che è finalmente arrivato il momento di proporvi una recensione dell’opera in lingua originale, letta su Storytel e “consumata” fra una pausa lavorativa e l’altra…
Una modalità di fruizione che, in realtà, ho trovato
piuttosto appropriata al tipo di
libro in questione.
Malgrado le apparenze, infatti, “Queste Gioie Violente” è uno YA dal taglio cinematografico e volto a valorizzare il fattore dell’intrattenimento sopra ogni
cosa. Tuttavia, non sempre l’autrice sembra consapevole di questo orientamento;
tant’è che, alla fine, il romanzo riesce a coinvolgere e divertire malgrado
le sue (improbabili) ambizioni di stampo filosofico-politico-esistenziale, e
non certo grazie a esse…
Potete acquistarlo QUI in italiano
La trama
È il 1926, e Shangai canticchia al ritmo di una nenia di dissolutezza e corruzione.
Una faida di sangue
fra due clan di gangster rivali
continua a intingere le strade nel sangue,
lasciando la città nel caos.
Juliette Cai è l’erede,
orgogliosa e altera, della Scarlet Gang
– una rete altamente organizzata di criminali,
che si innalza ben al di là della portata della legge.
Roma Montagov è
il figlio d’oro dei suoi più grandi rivali, i White Flowers, un gruppo che continua a combattere contro gli
Scarlet per il controllo di Shangai da generazioni e generazioni.
Ma Roma è anche il primo, grande amore di Juliette... nonché il responsabile del suo primo tradimento.
Quando una follia
mortale comincia ad abbattere gangster di ogni fazione, la gente inizia a
mormorare. Pettegolezzi inquietanti, a propositi di una violenta forma di
contagio, e di un mostro che si
annida nell’oscurità.
Così, mentre la pila
dei morti prende a farsi sempre più ingombrante, Juliette e Roma capiscono
di avere dalla loro soltanto una scelta: mettere da parte le armi, stipulare una tregua e provare a risolvere la
situazione... prima che la loro città si trasformi in un bagno di sangue.
“And in their triumph die, like fire and powder...”
Se amate Shakespeare
(o siete grandi fan della serie tv “Westworld”), probabilmente avrete
già riconosciuto la citazione che
presta il titolo al romanzo d’esordio di Chloe Gang.
«Le gioie violente
hanno violenta fine», scriveva il Bardo, «e muoiono nel loro trionfo, come il fuoco e la polvere da sparo, che si
consumano al primo bacio.»
Un titolo quanto mai appropriato, lasciate che ve lo dica,
per un libro che si propone come un retelling di Giulietta e
Romeo con echi di “Gangs of New York” e “Godzilla”,
peraltro ambientato nella tumultuosa e scintillante Shangai degli anni Venti.
Una premessa che è praticamente una garanzia di successo (dal punto di vista commerciale, almeno), e che, difatti, ha già fatto sì che il libro
di Chloe Gong restasse saldamente ancorato alle cime di tutte le classifiche di
vendita per più di 40 settimane di fila.
Ma che tipo di romanzo è, “Queste Gioie Violente”? Vale davvero la pena leggerlo?
Risposta lampo: secondo me sì, certo, a patto che siate consapevoli di essere in procinto di
imbarcarvi in una lettura:
a. poco impegnativa;
b. dai toni
abbastanza romanticheggianti e passionali, ma non particolarmente incentrata
sull’elemento romance;
c. non necessariamente adrenalinica e ricca d’azione.
Se siete follemente innamorati di libri come “Magic”,
di Victoria Schwab, o “La Stirpe della Gru”, di Joan He, insomma,
la legge di probabilità vuole che “Queste
Gioie Violente” finisca per farvi impazzire di curiosità e delizia…
Tutti gli altri, siano avvertiti.
Luci e ombre (e Kaijū) a Shangai
L’ambientazione
di “Queste Gioie Violente”,
affascinante e curatissima dal punto di vista della ricerca storica, rappresenta sicuramente uno dei suoi più grandi
fiori all’occhiello.
L’incipit del romanzo è travolgente; il finale incalza e
diverte, e lo stile dell’autrice riesce a centrare quel perfetto punto di
incontro fra “semplice e d’impatto” e “raffinato ed espressivo”.
In verità, sospetto che “Queste
Gioie Violente” sarebbe un titolo perfetto per un adattamento televisivo: lo sviluppo della trama è incredibilmente
pasticciato (soprattutto nella parte centrale, dal midpoint in poi, che purtroppo
ristagna come le famose Paludi Morte de “Il
Signore degli Anelli”…), ma gli eventi-chiave riescono a suscitare un appeal emotivo non indifferente, e l’estetica del libro ha un sapore
decisamente… spettacolare, ecco.
Capiamoci bene: i primi capitoli del libro di Chloe Gong
promettono mari e monti, ma il resto del libro riesce a consegnare… mmm,
diciamo il 50%, 60% del potenziale implicito
in quella promessa?
L’autrice dedica numerosi capitoli all’approfondimento delle dinamiche sociali e delle personalità dei
personaggi. Il problema è che quasi nessuno dei suddetti comprimari si rivela
all’altezza di tanta attenzione (con la vistosa eccezione di Katheleen e, forse, Marshall...), e lo stesso vale per
Juliette (sempre pericolosamente in bilico sull’orlo dell’abisso che porta
nella leggendaria Terra di Mary-Sue...)
e Roma (che a tratti sembra un love
interest di contorno, piuttosto che un co-protagonista vero e proprio).
Le complessità
politiche e storiche che circondano la città di Shangai, d’altro canto,
contribuiscono, in parte, a riscattare tutte le ingenuità concettuali e
psicologiche che aleggiano attorno al cast principale.
Una caratteristica che riesce a tenere viva una scintilla di curiosità perfino nei
momenti in cui, goffamente, Chloe Gong cerca di manipolare emotivamente il lettore, introducendo, chessò, il
personaggio dickensiano della piccola, povera, patetica Alisa Montagov, o i due antagonisti-simmetrici Dmitri e Tyler
(perfettamente intercambiabili fra di loro, e ovviamente egualmente destabili).
Leggerò il sequel di
“Queste Gioie Violente”, quindi?
Sicuramente sì!
Soprattutto perché credo che Chloe Gong sia un’autrice da
tenere d’occhio, e perché la trama del suo prossimo libro (“Foul
Lady Fortune”, collocato nello stesso universo narrativo di “Queste Gioie Violente”) mi incuriosisce
in modo particolare.
Ma anche perché un buon
cliffhanger è sempre capace di esercitare il suo fascino, e perché sospetto
che “Our
Violent Ends” sia ancora in grado di riservarci parecchie sorprese! :)
Nonostante i numerosi difetti, potrebbe interessarmi :D
RispondiEliminaE' un libro divertente, Kate! Poi, magari, ci farai sapere! :D
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