The Sacred Throne, Vol. 3
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"Heloise e i suoi alleati stanno marciando contro la Capitale dell'Impero. Gli abitanti del suo villaggio, i Kipti e i Cavalieri Rossi hanno accettato di unire le forze soltanto in virtù del senso di lealtà che provano nei confronti della ragazza. Eppure questo fragile equilibrio sta per infrangersi...
Per sconfiggere il nemico, stavolta i ribelli dovranno affrontare lotte intestine, schermaglie religiose, tradimenti, e... l'armata di terribili demoni che sta per riversarsi dallo squarcio aperto nel velo che separa i mondi."
“The Killing Light” è il terzo e ultimo volume della serie grimdark “The Sacred Throne”, dell’autore
americano Myke Cole.
E’ quasi impossibile accennare alla trama senza spoilerare qualcosa di imperdonabile e non voglio
correre il rischio di rovinare niente a nessuno, perciò mi limiterò a ribadirvi
che quella di Heloise è una storia
molto dark, una frenetica cronaca di guerra
e magia dai risvolti brutali e
strazianti. I più deboli di cuore (o di stomaco) farebbero insomma assolutamente
bene a stare alla larga da queste pagine!
Come i più attenti fra voi avranno probabilmente notato, ho
inserito questo libro nell’elenco dei miei libri fantasy preferiti del 2019.
Questo soprattutto in segno di apprezzamento nei confronti dell’intera trilogia,
una delle letture più avvincenti al cardiopalma che mi sia capitato di
affrontare nell’arco degli ultimi anni: purtroppo credo ancora che “The Armored Saint”, il primo libro, sia il capitolo più convincente e ben
riuscito della saga… Ma “The Killing
Light” rappresenta comunque un
ottimo finale e una conclusione più che soddisfacente per gli archi
narrativi introdotti nel primo volume, nonché un discreto passo in avanti
rispetto ai piccoli (ma numerosi) intoppi rilevati nel corso della lettura di “The Queen of Crows”.
Laddove il secondo libro serviva per lo più a porre le basi
per gli eventi descritti nel terzo, “The
Killing Light” riesce infatti a ricreare quel piacevole connubio fra scene d’azione e piccole
parentesi dedicate all’esplorazione della psiche e della sfera emotiva dei
personaggi che avevamo imparato ad apprezzare leggendo “The Armored Saint”. Il percorso
di Heloise assume un’importanza centrale, e della sua evoluzione ho apprezzato soprattutto l’onestà e la franchezza con
cui l’autore ha deciso di caratterizzare il suo viaggio: la protagonista di “The Sacred Throne” è una ragazzina che,
contro la sua volontà e contro ogni buon senso, si ritrova infatti a
impersonare una sorta di Giovanna d’Arco
in versione mecha/fantasy, nonché a
guidare un’armata di ribelli in marcia contro la capitale di un Impero
opprimente e corrotto. Myke Cole non fa nulla per addolcire la pillola alla sua
eroina (né a noi lettori), scagliando Heloise nel cuore di una guerra
sanguinaria che non farà altro che cercare di deturpare il suo corpo, la sua
mente e il suo cuore in ogni modo possibile e immaginabile, strappandole via
arti, amici e parenti come se nulla fosse. I traumi generati da quest’esperienza lasceranno sulla sua anima una
macchia indelebile, che neanche tutti gli onori e la gloria di questo mondo potrebbero
mai essere in grado di riscattare… In
una maniera non troppo dissimile dall’epopea vissuta da Rin, l’indimenticabile protagonista
del magnifico “The Poppy War” di R.
F. Kuang.
Questo mi ha permesso di relazionarmi al personaggio di
Heloise in maniera autentica e credibile, e di imparare a rispettare le sue
debolezze sotto una luce che altrimenti non mi sarebbe stato possibile vedere. Ho anche notato che la maggior parte degli altri comprimari
tende a restare sullo sfondo e a confondersi in un indistinto ammasso di nomi,
località, alleati, spie e nemici; eccezion fatta per il nuovo love interest della protagonista e per Samson, l'onnipresente (e fin troppo appiccicoso) padre di
Heloise, nessuno di loro riesce a imprimersi particolarmente nella memoria o a
brillare di vita propria, e questo rappresenta sicuramente un gran peccato. L’assenza
di sfumature che contraddistingue
molti di loro mi ha reso quasi impossibile riuscire a comprendere le
motivazioni alla base delle dolorose scelte di Heloise, perennemente
ossessionata dall’idea di prendere le decisioni
giuste per il bene dei suoi amici e concittadini: gente che tende a farsi
ricordare più per la bigotteria, la cattiveria gratuita e l’ingratitudine
generalizzata che per altre virtù, se volete sapere come la penso… Anche se ho
avuto la sensazione che dietro questa scelta si nascondesse più che altro la
volontà di Cole di “martirizzare” la sua eroina e renderla in qualche modo più
nobile e coraggiosa ai nostri occhi.
Le scene di battaglia,
magistralmente descritte e splendidamente coreografate, restano comunque il più
grande vanto di cui “The Killig Light”
possa fregiarsi. La prosa di Cole ha un piacevole taglio cinematografico, e di sicuro la rigorosa formazione militare dell'autore gioca un ruolo fondamentale all'interno delle sue descrizioni e delle sue accurate pianificazioni strategiche.
La timida, delicatissima storia d’amore fra Heloise e uno dei personaggi introdotti nel corso di “The Queen Of Crow” riesce invece ad infondere una singolare (ma apprezzatissima) nota di dolcezza e speranza nel flusso di una narrazione caratterizzata per lo più da smembramenti, assedi, esplosioni magiche e decapitazioni varie ed eventuali.
La timida, delicatissima storia d’amore fra Heloise e uno dei personaggi introdotti nel corso di “The Queen Of Crow” riesce invece ad infondere una singolare (ma apprezzatissima) nota di dolcezza e speranza nel flusso di una narrazione caratterizzata per lo più da smembramenti, assedi, esplosioni magiche e decapitazioni varie ed eventuali.
Non consiglierei a nessuno di
cominciare a leggere questa serie per il fattore “romance”, beninteso… Ma se autori come
Mark Lawrence, Sam Sykes o Nicholas Eames solitamente rientrano nelle vostre
corde, provate a concedere un’opportunità a “The Sacred Throne”: sospetto che
non ve ne pentirete! ;D
Giudizio personale:
7.8/10
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