domenica 5 giugno 2022

Il "Laumes'Journey" cambia indirizzo e si trasforma nel blog "Ogni Manoscritto, una Porta"...

 



E così, è successo...

E' arrivato il momento di diffondere la buona notizia!

A partire da oggi, il “Laumes’Journeycambia nome, indirizzo, obiettivi e “faccia”...  ma conservando, spero, buona parte di quella che ho sempre considerato la sua essenza vitale: l'amore per i libri e tutto ciò che vi ruota attorno!

Devi sapere che, nel corso degli ultimi due anni e mezzo, ho riversato ogni oncia della mia energia, ogni minuto del mio tempo libero, nello studio del mondo dell’editing in tutto il suo splendore: tecniche, procedure, aneddoti, strategie...

Ovviamente, ancora adesso mi ritengo tutt'altro che una luminare. 

Anche perché rimango perfettamente consapevole di ciò che questo lavoro richiede: la necessità di una costante, incessante formazione, unita al bisogno di esercitarsi “sul campo” a ogni possibile occasione.

Tuttavia, a un certo punto ho cominciato a farmi qualche domanda. E' come se, di colpo, mi fossi ritrovata a pensare: «Perché non dovrei almeno cercare di mettere a frutto le centinaia di cose che ho imparato, e porre le mie conoscenze al servizio di qualsiasi giovane autore alle prime armi dovesse averne bisogno?».

Da questa linea di pensiero è nato il mio nuovo blog; una creatura bellissima e ancora in fasce, che che ho deciso di chiamare OGNI MANOSCRITTO, UNA PORTA"  in onore del bellissimo romanzo breve “Every Heart, a Doorway” di Seanan McGuire (a proposito... voi l’avete già letto, vero? ;D).

Un blog in cui continuerò, imperterrita, a proporre recensioni e approfondimenti relativi al mondo dei libri, del cinema e delle serie televisive. Esattamente come faccio da 12 anni a questa parte! (Gasp! XD)

Ma il nuovo sito avrà una raison d'être “leggermente” diversa, dal momento che si rivolgerà soprattutto agli aspiranti scrittori e, più in generale, a chiunque sia interessato al mondo delle storie e all’arte della narrazione.

Un blog dedicato alla scrittura creativa, quindi, in tutte le sue affascinanti sfumature; fra tecniche, teorie, suggerimenti operativi e dettagliate analisi di numerosi casi-studio.

Il post di oggi, ad esempio, è dedicato nientemeno che a “Book of Night”, il nuovissimo romanzo fantasy di Holly Black; mentre nel corso delle prossime settimane (oltre a tante nuove recensioni!) affronteremo argomenti e interrogativi di ogni tipo. 

Ad esempio:

Strutturare un romanzo, da che parte iniziare? 

Che cos’è una «scena d’apertura»? 

Quale potrebbe essere l’arco narrativo più convincente per il tuo protagonista?

Quanti tipi di editor  si possono distinguere? 

Esistono delle “strategie” per imparare a superare il blocco dello scrittore?

Insomma, se ami scrivere (e leggere, ovviamente!), spero tanto che vorrai seguirmi in questa nuova avventura!

Ti aspetto dall’altra parte! :)


www.ognimanoscrittounaporta.it


domenica 10 aprile 2022

"Wolf Like Me": la recensione della miniserie horror/sentimentale di Prime Video

Su Amazon Prime Video è arrivata la miniserie horror/drammatica “Wolf Like Me”, con Isla Fisher e Josh Gad nei ruoli principali.

Lo show targato Peacock narra la storia d’amore fra un malinconico vedovo che non riesce più a comunicare con sua figlia e un’eccentrica psicologa in preda a una condizione piuttosto... singolare.

Un “morbo” che sembra affliggerla soltanto in fase di plenilunio e che, proprio durante le notti di luna piena, la costringe a confinarsi dietro una massiccia porta blindata...

 


La trama

Gary (Josh Gad) è un timido vedovo che ancora stenta a riprendersi dalla perdita dell’amata moglie Lisa.

A complicare la situazione, un rapporto teso e problematico con la figlioletta, Emma (Ariel Joy Donaghue); una ragazzina dall’indole particolarmente matura e perspicace, costretta a crescere prematuramente dal peso della tragedia.

Una mattina, l’auto di Gary e Emma viene tamponata dal veicolo di una bizzarra sconosciuta dai capelli rossi.

La donna, Mary (Isla Fisher), chiede loro scusa e si mostra affranta, ma continua anche a comportarsi in modo strano, attirando l’attenzione di Gary.

Nel corso dei giorni successivi, il destino continua a metterci lo zampino: il sentiero di Gary continua a sovrapporsi a quello di Mary nei modi più impensati, portando i due “malcapitati” a gravitare continuamente l’uno nell’orbita dell’altra.

Fra i due scatta qualcosa, ed ecco che le scintille cominciano a volare per aria come coriandoli.

L’attrazione sembra reciproca e, a poco a poco, la stessa Emma inizia ad abbassare le sue difese e a fidarsi dell’ondata di vitalità promessa dalla nuova fiamma di suo padre.

Ma Mary nasconde un segreto, qualcosa di oscuro; una minaccia che continua ad aleggiare sulla loro ritrovata serenità famigliare come la proverbiale nuvola di Paperino...

 

A cena con la lupa

Wolf Like Me” è una miniserie relativamente breve: si compone di sei episodi della durata di mezz’ora, e perfino il finale non sembra lasciare un grande margine di manovra per la realizzazione di un’eventuale seconda stagione.

Onestamente, non sono del tutto convinta della validità di questo “format”: lo realizzazione di un lungometraggio avrebbe, forse, permesso alla sceneggiatura di acquistare qualcosa in termini di concentrazione e potenza; mentre la produzione di una serie tv “regolare” avrebbe potuto facilmente rendere l’intreccio più coinvolgente, le fasi principali dell’arco narrativo dei due protagonisti più nette ed esplosive.

Eppure, secondo me, perfino stretto nelle maglie delle sue (vistose) limitazioni, “Wolf Like Me” resta un prodotto interessante.

Ricordate “Maniac”, la miniserie-evento di Netflix con Emma Stone e Jonah Hill? Ecco, per qualche motivo, questo è sicuramente il primo termine di paragone che tende a balzarmi in testa!

Certo, nel caso di “Wolf Like Me”, la trama risulta sicuramente secondaria; nel senso che tende a svilupparsi in una direzione abbastanza prevedibile, e a confermare, a ogni svolta, la maggior parte delle nostre aspettative iniziali.

Ma stiamo anche parlando di uno show che riesce ad affrontare, a testa alta, una serie di nuclei tematici profondamente delicati, e che riesce a mettere a nudo le infinite vulnerabilità dei suoi protagonisti con una sincerità disarmante.

Fra l’altro, la connessione fra i personaggi di Gary e Mary si dimostra immediata e terribilmente credibile; lo stesso vale per i loro demoni interiori, per la loro quotidiana battaglia contro la solitudine, l’autodisprezzo e la disperazione.

Il merito di questo successo va attribuito soprattutto alle interpretazioni dei due attori principali.

Malgrado l’evidente povertà dei mezzi messi a loro disposizione dalla produzione, infatti, Fisher e Gad riescono a intessere un incantesimo speciale sulla scena; un’alchimia che permette alla regia di portare a casa parecchie piccole “perle” dall’inequivocabile sapore cinematografico (vedi, ad esempio, il ballo silenzioso sotto la pioggia sul portico di Mary).

Una magia intrisa di romanticismo, tenerezza e autentica emozione.

 

Prendre la vie comme elle vient

Insomma, non commettete l’errore di cominciare a guardare “Wolf Like Me” aspettandovi i toni spumeggianti e ironici di una commedia nera, né i colpi di scena e le sequenze rutilanti di una vera e propria storia d’azione.

La serie tv proposta da Prime Video esorta gli spettatori a riflettere, piuttosto, e a interrogarsi sul ruolo che il caso (o il fato) tende a giocare all’interno delle nostre vite.

Accettare il fatto che il 90% di ciò che accade ogni giorno a noi e ai nostri cari sfugge completamente dalla nostra capacità di controllo, può facilmente trasformarsi nell’esperienza più terrificante dell’universo.

Un po’ come trasformarsi in una creatura affamata e selvaggia, e non poter fare assolutamente niente per impedirlo.

Ma è anche l’unico modo per sopravvivere; forse, addirittura per prosperare, e farsi partecipi di alcuni dei più grandi miracoli della vita: l’amore – in tutte le sue sfumature; la gioia, la libertà, la speranza, il mistero.

Chiaramente, ho apprezzato molto anche il modo in cui la sceneggiatura è riuscita a trasformare l’assolata, affascinante e sterminata ambientazione australiana in un ulteriore freccia al suo arco.

Dopotutto, poche cose hanno il potere di farti sentire più umile, arrendevole, meravigliato e connesso al Grande Tutto della potenza di determinati scenari naturali.

Il famigerato outback australiano è senz’altro uno di questi.

 



sabato 9 aprile 2022

"Sabriel": a maggio, Fazi riporta in libreria il grande classico di Garth Nix

Il 5 maggio torna in libreria “Sabriel”, uno dei più grandi classici della storia del fantasy!

Il romanzo di Garth Nix che ha influenzato intere generazioni di scrittori (Leigh Bardugo, Brandon Sanderson, Sarah J. Maas, Laini Taylor, Samantha Shannon... per citare solo alcuni fra i più famosi!) sarà disponibile in una nuova edizione targata Fazi Editore.

Se non l’avete ancora fatto, vi esorto a non lasciarvi sfuggire l’occasione: correte a recuperare questo clamoroso bestseller incentrato sulle gesta di una giovane necromante, costretta a imbarcarsi in una pericolosa missione di salvataggio al fianco di un mago tormentato e di un misterioso gatto bianco!

 


Potete acquistarlo QUI in italiano


La trama

Sabriel studia in un rispettabile college per sole ragazze non lontano dal Muro che divide lo stato di Ancelstierre dal magico e pericoloso Vecchio regno, dove suo padre ricopre la carica di Abhorsen, il protettore che ha il compito di impedire ai Morti di tornare nel mondo dei vivi.

Da quando la famiglia reale è decaduta, i Morti sono diventati sempre più forti e intrepidi, minacciando di sopraffare l’intero regno.

Il padre di Sabriel è stato intrappolato nel mondo dei Morti da una pericolosa creatura, perciò la ragazza si mette in viaggio per salvarlo.

Lungo la strada, troverà come compagni di viaggio Mogget, un antico spirito costretto nella forma di un gatto bianco, e il giovane mago Touchstone, che Sabriel libera da un lungo incantesimo ma che è ancora intrappolato sotto il peso di dolorosi ricordi.

Ogni passo nelle profondità del Vecchio regno li avvicina a minacce mai viste prima, che costringeranno Sabriel ad affrontare il proprio destino in una battaglia con le vere forze della vita e delle morte.

 

La saga del Vecchio Regno

Oggi, come vent’anni fa, la casa editrice italiana si ostina a definire la serie di libri inaugurata da “Sabrieluna trilogia, ma, per amor di precisione, forse sarebbe meglio ribadire che le cose non stanno esattamente così.

Aldilà dei tre volumi iniziali (già pubblicati in Italia dalla Nord), la serie comprende infatti due prequel, “Clariel” (2014) e “Terciel and Elinor” (2021), e un ulteriore romanzo chiamato “Goldenhand”, un’avventura che segue gli avvenimenti narrati all’interno di “Lirael” e “Abhorsen”, rispettivamente secondo e terzo capitolo della saga.

Al momento, Garth Nix sta lavorando sulla sua nuova serie fantasy per adulti “Left-Handed Booksellers of London”, ma in futuro potrebbe tranquillamente tornare a regalarci nuove incursioni nel Vecchio Regno.

Non mi stupirebbe affatto: dopotutto, dall’inizio della sua carriera l’autore australiano ha pubblicato oltre trenta romanzi fantasy, ma “Sabriel” resta senz’altro la sua opera più famosa e apprezzata.

Ho notato, peraltro, che la sinossi ufficiale rilasciata dalla Fazi riporta l’ambigua didascalia: “Perfetto per gli amanti del Trono di spade”.

Ora... Anche se non dubito che un fan di George R. R. Martin possa arrivare a innamorarsi perdutamente dell’opera di Nix, la verità è che “Sabriel” si adatta soprattutto al palato di lettori di autori come Ursula Le Guin, Tamora Pierce e Philip Pullman.

Uno YA maturo, avvincente, dark e ricco di umanità, basato su un grande worldbuilding e incentrato su tematiche molto cupe e profonde: il peso del destino, il senso di responsabilità, e il modo in cui il concetto di perdita – e la morte – arrivano gradualmente a definire il nostro carattere.

 




giovedì 7 aprile 2022

Recensione: "The Justice of Kings", di Richard Swan

L’autore esordiente Richard Swan firma il romanzo fantasy grimdark “The Justice of Kings”, primo volume della trilogia “Empire of the Wolf”.

Un libro dalla trama piuttosto convoluta e interessante, che tuttavia non si rivela minimamente sufficiente a compensare la somma dei suoi (pantagruelici) difetti: uno stile asettico e pasticciato, un world-building inconsistente, personaggi clonati, una narratrice odiosa e un paternalismo di fondo che farebbe cadere le braccia persino a un personaggio maschile inventato da Brandon Sanderson...

 

Empire of the Wolf, Vol. 1

Potete acquistarlo QUI in inglese



La trama

Sir Konrad Vonvalt incarna la Giustizia dell’Imperatore; in qualità di rappresentante della legge, ha sempre potuto contare su una verità inconfutabile: la sua parola è sacra.

L’uomo viaggia attraverso le zone più remote e selvagge dell’Impero, con il compito di assicurarsi che la legge venga rispettata, a qualsiasi costo e, soprattutto, attraverso qualunque mezzo necessario: che si tratti della sua spada, degli arcani segreti tramandati dal suo Ordine, o dalla sua enciclopedica conoscenza dei codici civili e penali che sostengono l’Impero.

Ma poi un passante riviene il corpo di una nobildonna sulla sponda di un fiume, e Vonvalt viene chiamato a investigare.

Per la prima volta dall’inizio del suo incarico, si ritrova quindi ad affrontare un caso complesso e la possibilità di una cospirazione in grado di sfidare apertamente la sua autorità, fino a quel momento considerata inviolabile.

Perché, dietro l’omicidio della donna, potrebbe nascondersi un piano criminale in grado di scatenare un’ondata di violenza senza precedenti attraverso l’Impero...

 

Un giallo dalle sfumature... grimdark?

Spezziamo subito una lancia in favore di “A Justice of Kings”, e diciamo le cose come stanno: i primi capitoli del libro sono molto originali e promettenti, e lasciano sicuramente intravedere del potenziale per molte avventure future.

Il romanzo di Richard Swan, infatti, comincia come una sorta di stuzzicante “giallo” alla Agatha Christie in un contesto fantasy, fra indizi da raccogliere, piste da seguire e testimoni da interrogare.

Una premessa che mi aveva riempito di entusiasmo: nelle giuste circostanze, l’assoluta novità della formula avrebbe potuto addirittura dare i natali al precursore di un sottogenere completamente nuovo, ragazzi!

Un’idea supportata, peraltro, anche dalla peculiare scelta del narratore intrapresa da Swan: in “A Justice of Kings”, infatti, gli eventi vengono narrati in prima persona, ma non dal punto di vista del protagonista... a fornire un resoconto dei fatti provvede, piuttosto, una giovane donna che svolge le funzioni di assistente e collaboratrice personale, un’orfana di guerra chiamata Helena Sedanka.

Se proviamo a pensare a uno dei più famosi esempi di narratore allodiegetico  della storia della narrativa... bè, scommettiamo che “Sherlock e Watson” saranno fra le primissime parole che vi balzeranno in mente?

Purtroppo, tutto l’appeal della premessa tende a sgretolarsi dopo un centinaio di pagine, o giù di lì; vale a dire nel momento preciso in cui Swan decide di fare dietrofront e trasformare il suo romanzo in una fotocopia sbiadita di “The Witcher”.

Una cambio direzione che, secondo me, serve soltanto a scagliare la sua opera nell’abisso della mediocrità.

Tanto più che né i suoi personaggi (piattissimi e irritanti, quanto non apertamente odiosi...); né il world-building darkettone (evidentemente ispirato a videogiochi in stile Skyrim e Dragon Age) riescono a tenere viva l’attenzione del lettore per più di tre o quattro paragrafi di fila.

 

Helena Sedanka e il mondo degli stereotipi di genere

Se qualcuno provasse innestare una parte del patrimonio genetico del dottor House nel corpo di un clone di Geralt di Rivia, probabilmente otterremmo un personaggio molto simile a Vonvalt.

Oddio, in realtà, per portare a casa il risultato, dovremmo prima assicurarci di sottrarre tutto l’acume, l’umanità e il sarcasmo del personaggio interpretato da Hugh Laurie, e sostituirli con un carico di ombrosità, demenza e gigioneria completamente ingiustificati (ecco: mi sa che queste tre qualità, il nostro ipotetico “doppleganger” potrebbe tranquillamente ereditarle dal suo altro “genitore! XD)

Helena, dal canto suo, è un personaggio anche peggiore. Trascorrere del tempo “intrappolati” dentro la sua testa si è rivelato frustrante e, francamente, anche "un tantino” offensivo.

A parte il fatto che “The Justice of Kings” non passerebbe un semplice Test di Bechdel neanche in un milione di anni, il problema è proprio che questa cosiddetta “eroina” di Swan riesce a incarnare ogni singolo stereotipo femminile mai concepito.

Irrazionale, bisbetica, gelosa, isterica, lagnosa... Ed ecco che, guarda caso, i personaggi maschili si trovano continuatamente costretti a stomacare le evidenti lacune di Helena in preda alla virtuosa compostezza e alla granitica condiscendenza di un vero proprio fondatore del patriarcato!

Nel sequel, mi aspetto di imbattermi come minimo in un paio di “simpatiche” battute sul suo ciclo mestruale e sulla sua assoluta incompatibilità di carattere con qualsiasi altra donna mai nata sotto il sole.

Come se non bastasse, Swan insiste ad appiccicare addosso alla sua Helena una storyline romantica melodrammaticissima e sconclusionata, peraltro con un soldatino che è praticamente un manichino, uno scaldaletto senza faccia che il protagonista andrà, senz’ombra di dubbio, a sostituire nel corso dei prossimi volumi.

Anche se Vonvalt è, al tempo stesso, una sorta di figura paterna per Helena; anche se è il suo datore di lavoro, il suo benefattore e, in definitiva, l’unica cosa che la separa da un futuro a base di fame, stenti e violenza.

Mmm...

Non so voi, ma se fossi in Richard Swan, io una quindicina di minuti a studiare il significato, le implicazioni e le conseguenze del movimento #MeToo, magari li dedicherei anche.

Così... a titolo di ricerca “preventiva”, diciamo! XD

 

Stoccata finale

Dal canto suo, la tematica che il romanzo si propone di eviscerare – il rapporto fra Stato e Chiesa; l’immortale contrapposizione fra diritto canonico ed ecclesiastico – mi è sembrata abbastanza solida e interessante.

Il parallelismo fra la storia del mondo fittizio inventato da Swan e quella dell’Impero Romano ha suscitato la mia curiosità; anche se non saprei dirvi fino a che punto, dal momento che anche questo punto di forza viene continuamente messo in ombra da una narrazione acerba e traboccante di infodump, foreshadowing, deus ex machina e chi più ne ha, più ne metta.

In definitiva, la mia opinione generale (non richiesta) tende a vertere su un semplice punto: se Swan intende continuare a lavorare (e, soprattutto, prosperare...) nel campo della fiction, magari farebbe anche bene ad ampliare le sue conoscenze e a imparare a padroneggiare le più basilari tecniche dell’arte della storytelling: show, don’t tell; colpi di scena; tropes; eccetera, eccetera.

E leggere qualche libro fantasy in più, magari.

Perché non dubito che potrebbe trasformarsi in un eccellente scrittore di saggistica, un giorno.

Un brillante autore di testi a sfondo legale, o di qualsiasi altro argomento gli salti in mente di appassionarsi.

Oppure, chissà, potrebbe scrivere un fantastico secondo romanzo... Qualcosa mi dice che lo scopriremo presto! ;D





mercoledì 6 aprile 2022

7 retelling in chiave YA dedicati ad alcuni fra i più famosi villain delle fiabe

Questa settimana è arrivato in libreria “Wicked: Vite e Opere della Perfida Strega dell’Ovest” di Gregory McGuire; il primo volume di una quadrilogia molto amata dal pubblico internazionale, che affronta molte tematiche importanti (razzismo, propaganda, ostracismo sociale...) e che nel 2003 ha ispirato l’acclamato musical vincitore di numerosi premi a Broadway.

Un libro molto “cerebrale” e politicamente impegnato che, se proprio devo essere sincera, non si è rivelato assolutamente nelle mie corde, malgrado l’intrigante premessa e i numerosi sviluppi interessanti.

Ma la verità è che i retelling dedicati ai “cattivi” delle fiabe continuano a riscuotere tutto il mio entusiasmo!

Dai film che la Disney ha deciso di dedicare a Malefica e Crudelia, ad alcuni recenti romanzi in salsa young adult, posso sicuramente affermare di essere una grande fan delle storie narrate dal punto di vista dei villain.

E proprio a loro ho deciso di dedicare, quindi, il post di oggi; una piccola rassegna che include un paio delle mie rivisitazioni preferite, combinate a una serie di titoli che mi ripropongo di recuperare al più presto...

 

Sea Witch

di Sarah Henning

Potete acquistarlo QUI in inglese

Evie è tormentata dai sensi di colpa sin da quando la sua migliore amica, Anna, è annegata.

Così, non appena sugli scogli appare una ragazza che manifesta una sovrannaturale somiglianza con la defunta Anna, Evie decide di diventarle amica, nella segreta speranza di fare ammenda.

E così, mentre le due ragazze iniziano ad attrarre l’occhio – e il cuore – di due affascinanti principi, Evie inizia a convincersi che potrebbe esistere una possibilità di ottenere un lieto fine anche per lei, dopotutto.

Ma la nuova amica di Evie è davvero chi dice di essere?

O in fondo all’oceano si nascondono segreti più oscuri di quanto gli abitanti della terraferma abbiano motivo di sospettare?


Crudelia De Mon: La Mia Vera Storia

di Serena Valentino


Potete acquistarlo QUI in italiano

Crudelia De Mon è uno dei Cattivi Disney, l'antagonista dalla forte personalità. Questo volume rientra nella nuova collana Disney Villains, una linea espressamente dedicata ai "cattivi" dei più famosi film Disney.

Per la prima volta in questo volume, Crudelia De Mon ha la possibilità di prendere la parola, di raccontare il suo punto di vista e di scoprire i lati più nascosti della sua personalità. È la cattiva perfetta: elegante, spiritosa, implacabile.

Dalla sua infanzia agiata alle sue scelte di moda iconiche, a quel famoso incidente d'auto che ha posto fine ai suoi piani malvagi, Crudelia racconta le memorie di una donna condannata, che ha avuto amici e affetti veri e sogni da realizzare.

Dopotutto, le storie non sono sempre e solo bianche o nere...

 

La Casa Che Mi Porta Via

di Sophie Anderson


Potete acquistarlo QUI in italiano

Marinka ha dodici anni e la cosa che vuole di più al mondo è trovare un amico. Un amico vero, in carne e ossa, umano. Ma non è facile farsi degli amici se si è nipoti di Baba Yaga e si vive con lei in una casa con zampe di gallina che si sposta in continuazione.

La nonna di Marinka, infatti, è una Guardiana dei Cancelli che accompagna le persone nell'aldilà e anche lei è destinata a seguire le sue orme.

Ma si deve per forza obbedire al destino che qualcun altro ci ha assegnato? Marinka non sopporta più la solitudine in cui è costretta a vivere e quando conosce una ragazza della sua età, forse l'amica che cercava, rompe tutte le regole.

Non immagina certo le conseguenze...


Malice 

di Heather Walter

Potete acquistarlo QUI in inglese

C'era una volta una strega cattiva che, in un atto di estrema crudeltà, decise di maledire una stirpe di principesse e condannarle a morire. Una maledizione che potrebbe essere spezzata soltanto dal bacio del vero amore.

Avete già sentito questa storia, non è vero? Un affascinante principe. Il lieto fine.

Quante idiozie!

Lasciate che ve lo dica, a Briar quello che accade alle sue principesse non importa a nessuno. Non nel modo in cui alla gente importa dei suoi gioielli, delle feste elaborate e degli elisir che ingolla per preservare la propria bellezza. 

Pensavo che non importasse neanche a me. Finché non incontrato lei.

La Principessa Aurora. L'ultima erede al trono di Briar. Gentile. Meravigliosa. La futura regina di cui il regno ha bisogno. 

Una a cui non interessa se sono Alyce, la Grazia Oscura, la fonte del disprezzo e del terrore di tutti. Il potere che mi scorre nelle vene riempie la gente di spavento, ma Aurora crede che dovrei andare fiera dei miei doni. Lei dice che... che le importa di me. 

Ma fra un anno la maledizione la ucciderà, ponendo fine a qualsiasi speranza per il futuro io abbia mai potuto avere. 

Voglio aiutarla. Se un potere simile al mio ha creato la sua maledizione, allora forse io sarò in grado di spezzarla. Forse, insieme, riusciremo a forgiare un mondo nuovo...

Ah, ancora idiozie!

Perché sappiamo tutti come finisce questa storia, vero? Aurora è la bellissima principessa, e io...

Io sono la strega cattiva.

(Vi ricordo che l'edizione italiana di "Malice" è stata annunciata dalla Oscar Vault alla fine del 2021. La mia recensione, invece,  è disponibile QUI!)


Descendants: L’Isola degli Sperduti

di Melissa de la Cruz


Potete acquistarlo QUI in italiano

Questo libro è il prequel di "Descendants", film prodotto e trasmesso da Disney Channel.

Scritto dall’abile penna di Melissa de la Cruz, già autrice della saga fantasy "Blue Bloods" e di numerosi best sellers quali "Le Streghe di East End", narra della storia dei Cattivi disneyani che furono banditi dal regno di Auradon e confinati sull’Isola degli Sperduti, un luogo buio e tetro protetto da un incantesimo che impedisce loro di scappare.

Spogliati dei loro poteri magici, ora vivono in totale isolamento, dimenticati dal mondo. Sull’Isola degli Sperduti, anno dopo anno, nascono i loro figli, i discendenti, e con loro le prime amicizie e rivalità.

Potranno i figli dei Cattivi crescere diversi dai loro genitori?

 

Heartless

di Marissa Meyer

Potete acquistarlo QUI in inglese

Catherine potrà anche essere una delle ragazze più desiderate di Wonderland, e una favorita del Re di Cuori, ma i suoi interessi dimorano altrove.

La ragazza è una pasticcera talentuosa, e tutto quello che desidera è aprire una bottega insieme alla sua migliore amica.

Ma, secondo sua madre, questo è un obiettivo ridicolo per una persona che potrebbe essere destinata a diventare la prossima regina.

Poi, Cath incontra Jest, l’affascinante e misterioso giullare di corte. Per la prima volta, avverte la scintilla di una vera attrazione.

A rischio di offendere il re e scatenare le ire dei genitori, la ragazza e Jest iniziano a corteggiarsi. Cath è determinata a forgiare il proprio destino, e a innamorarsi seguendo i propri principi.

Ma in una terra in cui abbondano magia, pazzia e mostri, il fato ha in serbo altri piani.

 

Troll's-Eye View

Raccolta di Racconti di Autori Vari


Potete acquistarlo QUI in inglese

Tutti pensano di conoscere la verità che si nasconde dietro i cattivi delle fiabe

Eppure, quei personaggi malvagi potrebbero pensarla in maniera molto diversa.

In questa raccolta, ascolterete la storia della Moglie del Gigante, di Tremotino, della maggiore delle Dodici Principesse Danzanti, e di moltissimi altri villains.

Neil Gaiman, Garth Nix, Jane Yolen, Holly Black e tantissimi altri: uno stellare schieramento di autori, pronto ad assicurarsi che queste vecchie storie riescano a compiere trucchi nuovi...

(La mia recensione è disponibile QUI).


 

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